Sabato 26 marzo 2018 si è tenuto ad Urbino presso la sala Castellani
un seminario di 8 ore “sulla problematica legata alla presenza dei
cinghiali: controllo e prevenzione da parte della vigilanza
volontaria, prelievo ed impatto sugli ecosistemi”. Promosso dal
Raggruppamento Guardie Ecologiche Volontarie di Pesaro Urbino con il
finanziamento del Centro Sviluppo Volontariato ha visto ben 5 lezioni
districarsi durante tutta la giornata.
Danilo Baldini della Lega Anti Caccia ha presentato i dati della sua
associazione molto attenta alla problematica. Quattro le regioni ad
alta presenza di cacciatori la Toscana con 5 su km quadrato, la
Liguria, l'Umbria e al quarto posto le Marche. Presenza di cinghiali
non autoctoni incrociati con il maiale selvatico, molto prolifici, a
cui si risponde con un controllo non adeguato alla legge nazionale
sulla caccia; nonostante già altre regioni il Veneto, il Friuli e la
Liguria abbiano subito l'intervento della Corte Costituzionale che ha
dichiarato incostituzionale le leggi regionali anche le Marche si
apprestano a varare un piano quinquennale sulla falsa riga delle
altre regioni col rischio proprio di vederlo bocciato, perché le
associazioni ambientaliste si stanno muovendo per il ricorso. Il
parere dell'ISPRA è contrario, né si prendono in considerazione di
evitare le braccate nei d'intorni degli agriturismi e strutture
ricettive turistiche. Nel sito della LAC , fra l'altro si possono
estrarre le modalità di richiesta dei danni per gli agricoltori, le
richieste per l'esonero dalla caccia dei propri fondi , compresa
l'obiezione di coscienza alla caccia come richiesto dalla UE.
Claudio Nasoni della Copagri ha messo in evidenza come il problema
dei danni da animali selvatici in agricoltura sia una situazione tipo
far-west. Si è passati dai risarcimenti dalla Regione agli
indennizzi dagli ATC. Questa situazione ha permesso una lenta
operazione risarcitoria tanto che ci sono agricoltori che devono
avere rimborsi di oltre tre anni fa, per cui molti desistono dal
richiederli; anche in considerazione che la quantificazione del danno
è legato non all'effettivo valore della coltura in atto a solo a
mere questioni di proporzionalità, legata agli ettari coltivati o
posseduti.
E' intervenuto anche il Sindaco Maurizio Gambini a sottolineare la
sua ordinanza di controllo dei cinghiali presentata in Prefettura, a
cui poi non è stato dato seguito.
Il dott. Vincenzo Capputo dell'Università Politenca delle Marche ha
presentato il progetto Life trota ed i danni all'ambiente per il
rilascio di specie non indigene. Una nostra diffida alla Fipsas ed
alla regione ha bloccato il rilascio di trote iridee, risolto con la
solita soluzione all'italiana, presentare una valutazione di
incidenza del rilascio ai fini pescatori nel tratto di fiume
interessato. Il fatto è che la competenza in merito di fauna
autoctona rimane allo stato e le regioni non possono intervenire in
merito, pena la non costituzionalità delle loro decisioni, come è
avvenuto per la legge regionale sulla pesca.
Nel pomeriggio il comandante della Polizia Locale di Porto S.Giorgio,
Giovanni Paris, della Scuola Regionale di Treja, ha illustrato le
competenze della vigilanza volontaria mettendo in evidenza dubbi,
sentenze in opposizione, difficoltà di intervento, fede previlegiata
della guardia volontaria, rifiuto di generalità, rifiuto identità.
Una efficace lezione per le guardie volontarie presenti, illustrate
con efficace competenza.
Marco Bonacoscia dell'Hystrix, fautore dei vari piani faunistici
provinciali e regionali, anche di recentissima approvazione, ha
curato proprio le esigenze venatorie. In particolare: caccia di
selezione e controllo selettivo, fauna patrimonio indisponibile dello
stato, aree complessive destinate alla caccia densità di venatoria
presenza dei cinghiali valutata da appositi osservatori , ma
aumentata in fase di interventi effettivi.
Qualche considerazione finale vale la penna aggiungere: il controllo
attraverso l'uso dei chiusini dati agli agricoltori. Al Furlo lo
scorso hanno sono stati uccisi 46 esemplari in tutto il periodo di
selezione del 2016, mentre nel 2008 per due soli mesi con due
chiusini sono stati catturati ben 58 capi. Rispetto delle distanze
dalle abitazioni e centri abitati: a Saltara ben 4 squadre di
cinghialai sono in girata intorno al museo del Balì frequentatissimo
durante tutto l'anno da scolaresche e visitatori. Faccio presente che
la legge nazionale prevede la distanza per armi non a canna liscia,
le carabine, pari ad una gittata e mezzo; tale distanza che ammonta
anche a 4,5 km, deve essere rispettata almeno vicino alle zone
abitate.
Questa ultima stagione venatoria 2017/2018 ha contato le seguenti
vittime: “civili non cacciatori, 34, di cui 24
feriti e 10 morti; cacciatori, 80, di cui 60 feriti
e 20 morti. Totale: 84 feriti e 30 morti. Tre i minori rimasti
vittime, di cui due feriti ed un morto” ;circa tre volte in più
della precedente stagione venatoria
http://www.vittimedellacaccia.org/component/content/article/42-dossier/3211-2018-01-31-15-17-50.html
Molte più vittime degli incidenti agricoli, anche a causa di una
minore vigilanza dovuta alla soppressione del Corpo Forestale dello
stato ed al trasferimento/revisione delle polizie provinciali adibite
proprio alla vigilanza ittico venatoria.
Tutti partecipano alle discussioni relative a questa problematica,
spesso indette presso la Prefettura, eppure tra i grandi esclusi ci
sono le associazioni ambientali e le guardie volontarie. Una maniera,
di fatto, per sentire solo una parte, i cacciatori, che sono spesso
agricoltori ed appartengono anche ad associazioni ambientaliste
proprie, iscritte presso il Ministero dell'Ambiente.
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