sabato 21 marzo 2020

Digitale e trasparenza durante il Covid 19

Digitale e trasparenza durante il Covid 19

Mi permetto di intervenire in fatto dell’uso delle tecnologie digitali in questo momento di blocco dovuto alla situazione sanitaria che stiamo vivendo. Il ritiro dei referti emessi dalle Asur ed effettuati per vari esami richiesti deve essere effettuato di persona. C’è chi dall’entroterra deve ritirare un esame a Fano, Urbino, Pesaro ed in questi momenti quello non solo rimarrà in ufficio, ma non potrà essere letto al fine di prendere gli opportuni provvedimenti. Ora Il Codice dell’Amministrazione Digitale chiede di “pretendere” l’uso della posta elettronica. Ciò in questo momento sarebbe oltremodo importante, ma si è costretti o a pagare l’invio con posta ordinaria o effettuare un viaggio apposito: una penalizzazione personale, ma anche ambientale. Un invito per le Asur a non rimanere indietro nell’applicazione del digitale. 

Hai qualche altra situazione da far presente in merito alla trasparenza?
Il Forum provinciale per i beni comuni di PU, ha richiesto nell’agosto 2018 i dati dei progetti in concorso per il megaospedale di Muraglia; ebbene ci è stato differito a fine ottobre 2018, ma tuttora ci devono essere consegnati dall’ufficio regionale.
Il comune di Apecchio a cui è stato richiesto l’accesso ad un progetto, lo comunica prima ai committenti controinteressati, ma proprio il TAR Marche, nel 2014, ha stabilito, che in fatto di materia ediliza, non serve, in quanto il permesso edilizio, prima di essere un fatto privatistico riguarda la trasformazione del territorio e non esiste alcun tipo di riservatezza dei committenti.
Il comune di Sant’Angelo in Vado si è attivato con una serie di ordinanze di divieto di sosta che penalizzano i residenti, i quali non sono stati contattati prima del procedimento che li coinvolge.
Il comune di Fermignano, non ha pubblicato una sua ordinanza del giugno 2018, documenti che devono essere in amministrazione trasparente per 5 anni, riguardante l’inquinamento da Pfas dei pozzi in località Zaccagna. Richiesti i dati all’Arpam di Pesaro, questa scrive al comune, in quanto controinteressato. Ho fatto presente direttamente, la definizione giuridica del termine, cioè sono coloro “che dall’esercizio dell’accesso vedrebbero compromesso il loro diritto alla riservatezza”. Ora dimmi quali dati sensibili possono avere le pubbliche amministrazioni?

Ma il coinvolgimento dei cittadini è proprio necessario?
Ci sono Suap e comuni che non pubblicano le date delle conferenze dei servizi o anche le loro autorizzazioni. Questo implica che i cittadini interessati, penso ai confinanti, ai dirimpettai, agli espropiandi, ma anche alle associazioni ambientali con fini collettivi, viene negata la possibilità di intervenire. Questi in base alle norme, possono partecipare ai procedimenti, intervenendo o inviando osservazioni, ma se non si pubblicano le date degli incontri, viene a meno proprio questa partecipazione. Bene ha fatto la Regione Marche che pubblica tutte le conferenze dei servizi.

Ci sono delle novità in merito alla trasparenza?
Tre abbastanza importanti. Una da parte dell’Anac che proprio questi giorni, chiede a tutti gli enti pubblici di dichiarare che nel proprio sito, non esistono dei blocchi attivi contro i motori di ricerca; con il gruppo social Trasparenza Siti Web Pubblica Amministrazione, ci siamo mossi in tutta Italia, mettendo in evidenza quegli enti che inibiscono l’attività di ricerca, i cui risultati sono stati poi utilizzati dalla stessa Anac e dalla trasmissione Striscia la Notizia. Da noi ad esempio l’Assam Marche, disallinea proprio l’Amministrazione trasparente ed i curricoli.
L’altra è una legge del dicembre scorso, che obbliga i gestori del servizio idrico alla pubblicazione di tutti i dati dell’acqua, così come era previsto sin dal 2005. Il terzo è il decreto legge del 17 marzo dedicato al covid-19 dove all’art. 67 si sospendono per 2 mesi gli accessi ai documenti, dimostrando ancora una volta, come l’amministrazione tratta proprio questi aspetti.

Questo tuo laboratorio sulla trasparenza cosa sta attivando ora?
Sto chiedendo i dati sulla radioattività raccolti dai vigili del fuoco, ma non pubblicati; mi sono attivato presso ARERA e presso l’ATO Marche nord per inserire nella sezione “Società trasparente” per i gestori, la pubblicazione dei responsabili dei procedimenti, il cittadino non può sempre affidarsi ai call-center. Stessa cosa è stata richiesta all’AGCOM per obbligare i gestori telefonici alla pubblicazione dei contatti, infine chiederò al GSE la produzione di importante impianto eolico. La trasparenza è il primo passaggio per evitare la corruzione. Ti do l’ultimo dato riportato nel piano triennale 2019-2021della Regione Marche: proprio nel settore ambientale la percentuale di corruttibilità dichiarata dall’ente è del 49,83% e questo dice proprio a quali livelli siamo.

domenica 8 marzo 2020

247 firme per poter dialogare.

247 firme per poter dialogare.

Sono state consegnate al Sindaco di Sant’Angelo in Vado 247 firme al fine di indire, una interpellanza popolare, così come prevede lo Statuto Comunale.
Vediamone le vicissitudini. Nel ricostruire la piazza Umberto I°, la cosiddetta piazza del comune, i cui lavori sono iniziati il 22 maggio scorso, l’amministrazione comunale ha trascurato di interpellare i cittadini, non solo nella realizzazione progettuale, ma anche quei cittadini residenti coinvolti successivamente, nelle ordinanze di limitazione della sosta delle auto, essendo la maggior parte privi di autorimesse. Gli stessi commercianti a cui si era ventilato il possibile coinvolgimento e comunicazione nella destinazione dei parcheggi, si sono visti non affatto considerati, con la conseguenza di minor afflusso degli utenti negli esercizi del centro storico.
Ci sono stati approcci con il sindaco incontrato pochi minuti prima di un consiglio comunale, ma a nulla è servito a modificare le decisioni prese. Gli interessati hanno coinvolto anche il Prefetto con una lettera firmata da 30 persone, il quale vista la risposta del Sindaco tendente ad una certa disponibilità, invitava a riprendere approcci con l’autorità comunale. Di fatto le conclusioni sono state categoriche: “Non si cambia niente”, in aperto contrasto con la democrazia partecipativa, che oggi incardina decisamente l’ordinamento legislativo, al fine di proporre idee, suggerimenti e tutele, per chi viene coinvolto nei procedimenti amministrativi.
Unica via per poter discutere di tali aspetti, è rimasta quella dello statuto comunale il quale, proprio ai fini del coinvolgimento, prevede che i cittadini possano richiedere una interpellanza popolare purché firmata da almeno 200 persone.
Ecco che allora i negozianti e abitanti del centro storico si sono impegnati a gennaio e febbraio, in una raccolta di firme conclusa con una manifestazione domenicale “Una firma per parlare” che ha permesso decisamente di superare il numero richiesto arrivando a 247 firme. Queste, come accade per i referendum, sono state autenticate dai consiglieri di minoranza, che hanno richiesto e supportato la manifestazione.
Il fascicolo è stato consegnato in comune e si è in attesa di risposte.