domenica 17 dicembre 2017

La Trasparenza in Provincia di Pesaro Urbino


La Trasparenza in Provincia di Pesaro Urbino
Il 14 dicembre , si è tenuto un interessante incontro in Provincia, dal tema “Accesso, trasparenza, tutela della privacy”. Relatrice l'avvocata Barbara Montini del comune di Ferrara, specializzata in diritto amministrativo. Moderatore il dott. Andrea Pacchiarotti dell'Ufficio affari legali della Provincia. 
Dopo la presentazione di alcune sezioni sui servizi web provinciali, attinenti la trasparenza, c'è stato l'intervento delle associazioni , fra cui l'Associazione Consumatori Utenti Marche e quello del coordinamento guardie WWF Marche. Notevole la presenza tra il pubblico di funzionari dei comuni, unioni, sportelli Suap.
Finalmente si parla di trasparenza in Provincia, in modo concreto e comunque allargato.
Penso al 2007, quando con l'avvento dei finanziamenti per le energie rinnovabili ci fu proprio una invasione dei nostri campi del fotovoltaico. Da gennaio 2009 a maggio 2011 furono approvati 289 impianti, di cui 69 progetti con la firma di uno stesso professionista. La bagarre fu così elevata che il dirigente venne rimosso dall'incarico come scritto ne Il Resto del Carlino del 23 settembre 2009. Come associazioni ambientaliste il WWF e Lupus in fabula, fecemmo formale richiesta di accesso agli atti per poter visionare 39 progetti. Non vi nascondo il fastidio provato dovendo aprire quelle carte, in un stanza dell'ufficio urbanistica, con alle spalle, per controllo, avevamo il committente o il progettista delegato; neanche fossimo dei prigionieri con la propria guardia.
Erano impianti realizzati per pubblica utilità e questo per il dirigente di allora era superiore a tutto il resto; al fatto che avrebbero dovuti essere realizzati nel rispetto dei vincoli ambientali paesaggistici, storico culturali (1) e con le modalità previste dalla L.241/90 (2) la quale chiede di avvisare gli espropriati e confinanti interessati al progetto nelle stesse modalità, aspetti non tenuti affatto in conto in tutte quelle autorizzazioni.
Penso ai progetti di interventi sui fiumi, come quello sul Biscuvio ad Apecchio; quando le associazioni ambientali chiesero di vedere i progetti, non furono concessi perché soggetti alla proprietà intellettuale , al diritto di autore. Eppure una sentenza del Tar della Puglia del 2004 metteva chiaramente in luce che per le concessioni edilizie (cui erano soggetti anche gli interventi fluviali); sosteneva: “Non può opporsi il diritto di riservatezza con riferimento alla concessione edilizia, in quanto essa non si attiene alla sfera privata del titolare, essendo prima ancora che atto ampliativo delle facoltà del privato, atto di gestione del territorio e quindi oggetto di pubblicità”. Gli elaborati progettuali fanno parte integrante della concessione edilizia, per cui sono soggetti allo stesso regime pubblicitario. (3)
Penso alle determine o determinazioni, atti prodotti dai singoli dirigenti, che vengono pubblicate nel spazio web della provincia come un mero elenco. Eppure la sentenza del Consiglio di Stato del 2006 (4) parifica tali atti dirigenziali alle delibere collegiali, chiarendone l'effettiva pubblicazione. La mia richiesta di modifica del regolamento di accesso della Provincia, alla luce di quanto espresso, fu ritenuta allora un “aggravio”, da parte della segretaria generale.
Oggi con le nuove normative, la trasparenza diventa totale, pur essendo attiva dall'aprile 2013. Eppure recentemente, in qualità di Pubblico Ufficiale, guardia ecologica, ho dovuto diffidare il dirigente dell'ufficio della Provincia, al fine di ottenere gli elenchi degli appostamenti fissi di caccia, fra l'altro dati accessibili anche ad un qualsiasi cittadino grazie alle nuove norme.
Ho richiesto qualche mese fa, i dati di una centrale idroelettrica sul Foglia; per potermi dare tali documenti, il titolare dell'accesso, ha contattato il committente quale controinteressato, essendo questi definiti come “coloro a cui vengono lesi dati sensibili”. A parte il fatto che chi chiede la realizzazione di un progetto, ha i suoi dati personali, non sensibili, trattati in commissione edilizia o in conferenza dei servizi, pubblicati in albo pretorio e infine nel cartello di cantiere dove saranno effettuati i lavori. Inoltre una sentenza del Tar Marche del 2014 (5) conferma ancora la massima pubblicità dei progetti edificatori, negando, in questo caso, proprio il ricorso ai controinteressati.
Recentemente, una associazione richiede, sempre alla Provincia, dei documenti “per la propria difesa giuridica”; anche in questo caso il dirigente scrive ai controinteressati, nonostante che l'articolo preveda addirittura, con tutte le limitazione della privacy, l'accesso perfino a i dati sensibili se servono per la difesa in giudizio. (6)
E' pur vero che ci sono delle incomprensioni nella stessa normativa sulla trasparenza, la quale lascia però ampio spazio all'amministrazione per la pubblicazione, anche di dati non contemplati , come per esempio i permessi di costruire, richiesti da una norma del 2012 e spariti nelle linee guida.
Eppure sono proprio questi procedimenti, permessi di costruire, ad essere uno dei primi veicoli per la corruzione. Un esempio nella nostra Regione Marche, è il caso biogas che ha fatto saltare tutta la dirigenza dell'ufficio energie rinnovabili. Una dimostrazione di poca sensibilità nei confronti dei cittadini, è anche l'attuale legge VIA regionale (7), che è stata dichiarata incostituzionale (8) in diversi punti come gli allegati, sistemati poi dalla giunta e negli articoli 8 e 13 che riguardano appunto la partecipazione e la trasparenza.
La paura della trasparenza è notevole e viene spesso mascherata con la tutela della privacy, questa è la mia sensazione, avuta anche dal seminario. Invece la trasparenza deve essere prioritaria lasciando però la dovuta applicazione del contenimento dei dati sensibili ed è il percorso sottolineato anche dalla maggioranza delle disposizioni legislative.
La trasparenza è il giusto avvio alla vita della comunità, al controllo dell'ente pubblico, alla repressione dei fenomeni di corruzione, anche da parte dei cittadini, ma per gli enti ancora è un atteggiamento difficile da applicare.

4) Sentenza Consiglio di Stato n. 1370 del15.03.2006 http://www.overlex.com/leggiarticolo.asp?id=871