domenica 17 luglio 2022

ACQUA TORBIDA

 Acqua torbida

Un  percorso arzigogolato e lungo, che rivela le fatiche fatte dal WWF e dal Forum Beni comuni per tentare di avere dati e informazioni, sul ciclo della nostra acqua potabile.

Il WWF Marche ed il Forum Provinciale Beni comuni il 5 aprile scorso, hanno richiesto all’AATO1, nel rispetto della normativa sulle informazioni ambientali, di poter conoscere, i dati delle sorgenti monitorate, le autobotti usate nella scorsa stagione e la loro destinazione finale, i dati dei pozzi del Burano e S.Anna degli ultimi anni, i consumi dei singoli comuni, le relazioni presentate al parlamento.

L’AATO1 ci risponde di non avere a disposizione queste informazioni, che invece, suggerisce: “Potranno essere richieste ai gestori, sorgenti, autobotti, consumi comuni, alla Protezione Civile regionale i dati dei pozzi, ad ARERA le relazioni parlamentari.”

Il 23 aprile scorso si richiedono i dati ambientali agli enti, così proposti dall’autorità e si contatta il difensore civico regionale, al quale si chiede di valutare la risposta dell’AATO1, scrivono: Che pare poco attinente anche agli obiettivi elencati, evidenziando una mancanza di dati, informazioni, che non si addice ad una Autorità preposta al coordinamento, vigilanza e controllo, del Sistema Idrico Integrato”.


Il difensore civico risponde: “Sostanzialmente, sono state negate tutte le richieste presentate… Ora, corre l’obbligo di evidenziare che le informazioni ambientali, richieste dagli attuali ricorrenti, traggono piena legittimazione dalle disposizioni di cui della Direttiva CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale. Peraltro, le informazioni non risultano annoverabili nei casi di esclusione...debbono sottostare agli obblighi di pubblicazione nel sito «Informazioni ambientali», al fine di rendersi fruibili ai cittadini.”

Nel frattempo i gestori rispondono inviando parte dei dati richiesti. I dati sono semplici fotocopie, mentre dovrebbero essere in formato aperto, editabile, così come previsto per una qualsiasi amministrazione pubblica. Marche Multiservizi non indica la destinazione finale delle autobotti; per le sorgenti ci viene inviata la lettera del Prefetto del 2013, che li negava in quanto obbiettivi sensibili, non vengono neanche indicati i comuni dove situate. Trattati quindi alla pari di ipotetici terroristi, non si evince l’aspetto collaborativo sottolineato dalla stessa norma sui dati ambientali. Eppure il potabilizzatore di Saltara, con la fornitura più grande della provincia, è facilmente raggiungibile tramite navigatore ed i dati di una ventina di sorgenti erano riportati sul giornale locale del luglio scorso. 

Essendo scaduti i 30 giorni previsti per le risposte si ricorre nei confronti di ARERA presso la Commissione 241/90 competente per le contestazioni agli organi statali.


L’autorità ci risponde dopo qualche giorno, direttamente sulla “busta” della posta certificata, senza una firma se non la stessa sigla dell’ente. In sostanza ha a disposizione sul suo sito solo la relazione parlamentare del 2017.

Non avendo avuto risposte dalla Protezione civile regionale, le associazioni sollecitano ancora il difensore civico, stimolando l’immediata risposta della regione sui dati dei pozzi; piuttosto dettagliata ed estesa, ma con dati in formato non aperto, non editabile. Vi emerge che le informazioni del Burano erano già disponibili all’AATO1, ai comuni di Cagli e Cantiano. Eppure l’autorità ha fatto intervenire il suo responsabile per la trasparenza, che in sostanza ha dichiarato che i dati non sono detenuti dagli uffici, quindi non possono essere forniti; un intervento anomalo in quanto non si è fatta la richiesta di accesso civico, prevista dalla norma, che chiede sì il suo concorso, ma sull’accesso alle informazioni ambientali non è previsto.


Aspetto grave che gli stessi dati sui comuni e sulle sorgenti erano stati forniti nel passato all’assessore del comune di Montelabbate, quindi anche questi in possesso dell’ente.

Infine le associazioni ambientali, si sono rivolti all’Anticorruzione, a motivo della mancata pubblicazione dei dati sull’acqua per l’AATO1, in quanto non riporta alcun dato locale ed a Marche Multiservizi che dovrebbe pubblicare tutti i dati dell’acqua che gestisce per il servizio pubblico, comprese le analisi del proprio laboratorio, ancora irraggiungibili.

Sono passati oltre 3 mesi per concludere questa raccolta del WWF e del Forum; sono stati spediti e ricevuti 25 diversi documenti e note. Questo percorso, oltre che essere una interessante lezione di didattica sulle normative relative all’accesso ai dati, rivela davvero la torbida applicazione delle leggi dedicate ai cittadini.


Eppure va detto, che la trasparenza è la regola, l’esclusione è l’eccezione e il contrario di pubblico non è privato, ma oscuro, nascosto.

 

 

Legenda foto

1) Simbolo AATO1

2) Centrale Pian di Rose Comune di Cagli. Alimenta il potabilizzatore di Pole

3) Pozzo del Burano in fase di erogazione

4) Manometro del Pozzo che indica una pressione di 19 bar, contro i 32 bar di quando è stato perforato

5) Piena del Metauro località la Chiusa a S.Angelo in Vado 

sabato 2 luglio 2022

Problema idrico. La vigilanza

 PROBLEMA IDRICO. LA VIGILANZA

Ho letto questi giorni, relativamente al problema idrico di questa stagione, l’appello del sindaco di Cantiano al Prefetto, al fine di aumentare la vigilanza sulla risorsa idrica. Il sindaco Gambini che sostiene l’inutilità delle ordinanze, se manca la vigilanza.

Eppure cari sindaci la vigilanza c’è a disposizione e sono le Guardie Ecologiche Volontarie della Regione Marche. Le vostre guardie, che operative amministrativamente su tanti settori ambientali, quali acqua, rifiuti, caccia, pesca, cave, flora e forestazione, funghi e tartufi, eppure nel tempo mai una amministrazione pubblica ha voluto tentare una sola convenzione.

Anzi sono state trattate proprio con poca considerazione: si pensi soltanto che la Provincia sta ancora bloccando 25 nuove GEV per una cattiva interpretazione delle leggi, che hanno riportato la formazione direttamente alla regione; alla Prefettura che nonostante i solleciti non ci risponde in merito.

L’associazione che ho l’onore di presiedere, inoltre ha a disposizione, personale con decreti di guardia ittica, che hanno le funzioni di polizia giudiziaria non solo sulla pesca, ma anche sull’intera idraulica. Sono pronte, aggiornate e da utilizzare, eppure gli enti non li considerano o quanto meno non tentano rapporti organizzativi ed operativi con loro.

Le ordinanze sul contenimento idrico, effettuate dai sindaci sin da ora, ad esempio, nell’assegnare la vigilanza delle disposizioni, non li citano neanche e quindi le GEV non possono applicarle. E’ sembrato che il comune di Cagli volesse usare le GEV per la vigilanza sul Bosso e sul Burano, ma non si è fatto niente. La stessa Regione Marche non propone finanziamenti, né risoluzioni alla vecchia norma che li ha voluti, perché richiesti dall’Unione Europea che esigeva garanzie territoriali sul controllo sull’ambiente; la legge regionale del 1992, che li istituisce, necessita di revisione alla luce dell’eccessiva burocratizzazione formativa, ma nonostante i nostri appelli è tutto fermo!

Col coordinamento del Questore, negli anni abbiamo dimostrato di intervenire sul territorio, anche se a nostre spese, col contributo di diversi privati e del 5x1000. Rendeteci più efficacemente operativi per la conservazione e tutela dell’ambiente e faremo efficacemente del nostro meglio per il bene di tutti!

Giuseppe Dini

Presidente Raggruppamento GEV PU