martedì 2 marzo 2021

FACCIAMO UN LAGO ...

 Facciamo un lago…

E’ di questi giorni la notizia proveniente dall’AATO 1 Marche nord, sulla possibilità di realizzare nella nostra provincia di Pesaro Urbino, alcuni laghi di approvvigionamento idrico, ai fini potabili. Si sono presi alcuni vecchi progetti e si sono dati una serie di punteggi per verificarne la fattibilità in base a determinati standard. La scelta è ricaduta su un progetto del 1950 del geologo Selli, in zona San Martino del Piano, all’altezza del primo ponte sul Candigliano, che si incontra scendendo da Sant’Angelo in Vado sulla provinciale 90 dei Gratticioli.

Pare che di questa idea se ne sia parlato l’estate scorsa, nella biblioteca di Urbania, ma certamente i sindaci non ne sapevano niente in sede di assemblea Aato, di lunedì scorso (spesso accade così), tant’è sollecitati dai primi cittadini di Mercatello sul Metauro ed Apecchio, hanno rinunciato ad approvare la relativa delibera.

Certamente il Selli ragionava con il clima e le portate di allora e poco importa dei vincoli storici e culturali, avranno un iter semplificato; si è pensato anche ad un possibile uso idroelettrico, col surplus idrico. Con uno sbarramento di 188 m di lunghezza si otterranno, 8,5 milioni di metri cubi di acqua, mentre con 254 metri di diga ne avremo ben 14 milioni di metri cubi. Ovviamente il tutto definito con una valutazione sommaria “a volo d’uccello”.

Eppure la nostra provincia ha, dati ufficiali, il 33,15 % di perdite nelle reti, (Fermignano il 45%, Cartoceto il 48 %). Non è vero che è fisiologico; Macerata è la più virtuosa d’Italia con l’8% di perdite, in Germania “tutta” la nazione ha il 7% di perdite. Da noi dissipiamo un terzo dell’acqua potabile, captata, pompata, potabilizzata, tanto la pagano gli utenti; sono 6,29 metri cubi al giorno, al km di rete, per un totale di 11,5 milioni di metri cubi all’anno. Guarda un po', è più o meno lo stesso quantitativo dei laghi proposti.

Dal SIT del comune di Mercatello, è possibile valutare un po' meglio le caratteristiche di quella zona, soprattutto dal punto di vista delle tutele; tutta la sponda sinistra è “a rilevante valore”, c’è un buon tratto di foresta demaniale, la tutela dei crinali e dei versanti, aree interessate da pericolosità sismica, una area a pericolosità geologica e con frane a rischio moderato. Ci sono strati rocciosi verticali, che hanno subito un forte stress dinamico, col rischio di permeabilità della tenuta idrica.

Quell’area ha in sostanza un notevole interesse ambientale e naturalistico. Si chiamava la valle dei mulini per la presenza di questi diversi opifici, carichi di storia e cultura; mulino Brincivalli, proprio sotto l’ipotetica diga, è inserito nel Piano Paesaggistico Regionale.

Don Luigi Maioli, già parroco di San Vincenzo in Candigliano, che sapeva tutto della sua valle ed i suoi abitanti, mi raccontava che vi erano, prima della seconda guerra mondiale circa 1300 abitanti e lui che conosceva il Candigliano, mi fece scoprire le diverse sorgenti solfuree presenti nel su alveo; una proprio sotto il ponte del Broccolo, in estate, esce da un foro, su uno scoglio affiorante, ma andrà tutto sommerso.

Più volte ho accompagnato amici ambientalisti e scouts, nella risalita del Candigliano per far ammirare questa natura prorompente e magnificante, fino a sant’Andrea in Corona, alla sorgente del Candigliano. C’è chi con fatica è riuscito a riabitarci e realizzare la sua piccola oasi famigliare e non e vero che a valle non ci sono insediamenti, ce ne sono proprio diversi. Tutta questa zona, fin dai tempi di don Sante Trottini parroco di San Martino del Piano, non è riuscita a completare la sua strada, ora questa, sarà attraversata da tutta la tubazione, che svalicando a Ca’ Marcuccio, lungo la sp 81, si collegherà al potabilizzatore di Pole.

Una considerazione negativa mi sia permessa; questa casta generazionale di politici, è ancora poco avvezza alla partecipazione popolare ed alla trasparenza, eppure le normative sono ormai assodate per far partecipare fin dall’inizio i cittadini a scelte come queste: nel 1990 la partecipazione ai procedimenti e accesso agli atti, nel 2001 partecipazione e informazione ambientale, nel 2013 trasparenza e accesso ai documenti, ma come dire, piuttosto che dei diritti dei cittadini, sono ritenuti orpelli scomodi, allora come diceva il vecchio sindaco di Fermignano, il maestro Giovanni Bischi
“Caro professore, qui si vince con la democrazia della matita (voto)”!


Peppe Dini

Coordinatore guardie giurate

WWF Marche