martedì 20 ottobre 2020

TAGLIO ALBERI

 

Taglio di alberi.

E’ di questi giorni il taglio di tre querce secolari nella zona industriale di Sant’Angelo in Vado. L’ordinanza emessa dall’ex sindaco per motivi di sicurezza pubblica è stata autorizzata dall’apposito ufficio della Unione montana di Urbania.



Diverse persone si sono rivolte alle GEV lamentandone il taglio e la distruzione definitiva dell’antico viale delle querce, di Cà Maspino. Intorno ai 300 anni l’età approssimata. Ma come si può fare? Ad una attenta valutazione delle piante apparivano certamente seccaginose e indebolite, a causa dell’asfalto che circondava il tronco impedendo così l’ossigenazione radicale e l’apporto idrico.

Una potatura di rinvigorimento che eliminasse il secco e la liberazione del colletto della pianta dall’asfalto, avrebbe potuto essere sufficiente recuperarle. Anche se una esigua parte dell’apparato radicale sia stata estirpata e troncata dalla realizzazione di un muretto di confine. Essendo definite pericolose, non è stata prevista la messa a dimora di piante in compensazione.

A Mercatello sul Metauro, al fine di garantire il sentiero di discesa per l’elicottero del 118 in volo notturno, uno degli otto disponibili in regione, sono state abbattute 10 piante della ss. 73 bis ormai adulte ed in buon stato vegetativo.


10 piante di tiglio, ippocastano e platano sono state eliminate, senza alcuna forma di compensazione, pur essendo in buono stato vegetativo, ma dichiarate pericolose per il volo dell’elicottero: una stridente forzatura legislativa.

Il fatto è che nella fascia verso il fiume, sono state tagliati anche diversi esemplari appartenenti all’ex vivaio provinciale, eppure ormai facenti parte del parco cittadino: 15 tigli con un diametro intorno ai 25 cm, ma anche pregiati ciavardelli e cornioli, nonché frassini e diversi sempreverdi. Per questi alberi, la maggior parte protetti dalla regione Marche, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione.

Nell’ingresso di Urbania lo scorso anno sono stati abbattuti diversi tigli ed ippocastani che si ergevano di fronte alle case. Questa estate alcuni abitanti, si sono lamentati dell’aumento di temperatura all’interno dei locali. Nonostante il caldo estivo, è mancato l’effetto di mitigazione climatica effettuato dagli alberi adulti, che riescono a ridurre le temperature urbane, anche di 4° C in meno.

E’ pur vero che il verde in Italia è in aumento, in 5 anni, di poco meno del 5% della superficie totale e che l’abbattimento nei nostri paesi montani non si nota, ma la loro qualità è peggiorata e viene aggredita soprattutto nelle aree urbane. Tant’è il Ministero dell’Ambiente ha emanato nel 2017 apposite linee guida, per il mantenimento degli alberi in citta’, dove vengono dati i criteri per una corretta potatura e la gestione del verde urbano.

Diversi sono i comuni che tuttora non hanno adottato il regolamento del verde cittadino, previsto dalla legge regionale sulla forestazione del 2005.

La normativa prevede una lista di alberi protetti, per i quali è necessario sempre chiedere le prescritte autorizzazioni, anche in caso di potature, prima di intervenire, sia per i privati che per gli enti. In caso di necessità è previsto l’abbattimento con apposite compensazioni, cioè la messa a dimora di alberi in sostituzione. Ed è qui che le amministrazioni dovrebbero dare il buon esempio.

Inoltre anche il codice penale può intervenire con la disposizione “distruzione e deturpamento di bellezze naturali”, o per “danneggiamento”, così come la legge sulla caccia vieta la distruzione di nidacei e quindi le potature fuori del periodo stagionale.

Infine sentenze in merito hanno stabilito che le ordinanze di abbattimento per motivi di pericolosità pubblica, devono essere accompagnate da relazioni peritali specifiche, che la accertino e non come successo finora, lasciare al solo sindaco l’ordinanza dell’abbattimento per garantire la sicurezza.

Giuseppe Dini

Coordinatore regionale Guardie WWF

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