ULTIMO ATTO
Tra gli atti ratificati dall’amministrazione comunale passata, troviamo nella convocazione del Consiglio Comunale, di venerdì 11 settembre 2020, l’approvazione del punto 7) ADOZIONE PIANO DI RIGENERAZIONE URBANA MEDIANTE VARIANTI PARZIALI DI RIEQUILIBRIO DEL TERRITORIO-VAR1-VARIANTE PARZIALE IN Z3.
In sostanza si tratta dell’approvazione del piano proposto dalla Provincia per riequilibrare la trasformazione dell’area sopra la Chiesa di san Sebastiano da agricola a industriale. Questa trasformazione deve però avvenire a impatto “zero”, sostiene la Provincia. Quindi le aree industriali da Ca Maspino non ancora costruite, ripasseranno da industriali ad aree agricole, proprio al fine di pareggiare il conto. Ma al di là di questo meccanismo urbanistico, mi vorrei soffermare sulla possibilità o meno di approvare questo punto.
Il Testo Unico degli Enti Locali è abbastanza chiaro. L’art. 38 riporta: “I consigli durano in carica sino all'elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili." Sul cosa si debba intendere con“atti urgenti ed improrogabili”, da poter emanare nei 45 giorni antecedenti le elezioni, la dottrina prevalente ritiene che il Consiglio comunale possa deliberare su: adozione di atti obbligatori dove c’è la necessità di provvedere, nomine di rappresentanti comunali necessari, presso enti, approvazione bilancio e conto consultivo, nonché ratifica di bilancio.
Quindi un atto chiaramente fuori norma! Cosa accadrà adesso? E’ probabile che nasceranno contenziosi presso il TAR da parte dei legittimi proprietari, allungando così l’iter burocratico e lasciando la patata bollente all’amministrazione entrante.
D’altra parte non c’era da aspettarsi granchè da chi non ha ritenuto far partecipare i cittadini alla costruzione del proprio paese, nonostante la questione sia chiaramente stabilita da norme statali ed europee, non ha creduto di applicare la norma gerarchicamente superiore, lo statuto comunale, per i cittadini che chiedevano semplicemente e democraticamente di essere ascoltati. Fra l’altro tra loro, c’è chi ancora ostinatamente sostiene: “Sa avem da fe un referendum per ogni decision...” Non è certamente questo, ma quando i cittadini chiedono di partecipare, si deve accogliere la loro richiesta.
Ignoranza? Arroganza? Timore di confrontarsi con le persone? Non saprei dire. Certamente sono aspetti che non ripagano e di cui i cittadini, fautori della democrazia della matita, si ricordano al momento di apporre le loro scelte.
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