venerdì 13 dicembre 2019

Pfas a Fermignano. Quale trasparenza?


Pfas a Fermignano. Quale trasparenza?

E’ da diverse settimane che a Fermignano si discute in consiglio comunale dell’inquinamento da Pfas delle acque di alcuni pozzi in zona Zaccagna.
Cosa sono i Pfas? “Sono sostanze chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. E ancora per rivestire padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico.” (1)
Uno studio dell’Università di Padova mette in evidenza come queste molecole possano alterare la fertilità femminile inducendo ad aborti; inoltre alterano il sistema riproduttivo maschile. (2)
Non esistono limiti di soglia di queste sostanze eventualmente presenti nell’acqua potabili (3), perchè non rientranti nei 62 parametri di analisi previsti dalla normativa europea. Attualmente il Consiglio Europeo sta discutendo la riforma delle analisi dell’acqua di rubinetto, intendendo inserire anche ulteriori controlli, fra cui i Pfas.
Una indagine dell’ISPRA orientata a tutte le regioni italiane, chiede alle rispettive ARPA di analizzare la presenza di queste sostanze. Tale relazione è stata pubblicata a dicembre 2018 e contiene le indagini effettuate nell’anno precedente. (3)
Così a seguito dei rilievi dell’Arpam, il sindaco di Fermignano emette l’ordinanza n. 50 del 15 giugno 2018, vietando l’uso dell’acqua del pozzo in loc. Zaccagna, anche se tali sostanze chimiche sono state rinvenute in maniera differente in altri 5 pozzi.
La Trasparenza.
Questa ordinanza è stata pubblicata all’albo pretorio come previsto per 15 gg per poi essere messa nell’oblio. Infatti al momento della ricerca non l’ho trovata ne’ nello storico, ne’ nella apposita sezione dell’Amministrazione Trasparente. La norma prevede che tali documentazioni siano conservate per almeno 5 anni. Alla mia richiesta di poter ricevere i dati e relazioni Arpam e della provincia, mi sono visto consegnare la sola ordinanza; per avere la documentazione richiesta non sono bastati incontri e telefonate; essa è arrivata solo dopo mia formale diffida. Mi è stata inviata tutta la documentazione, eccetto “il piano di caratterizzazione della ditta” da me espressamente richiesto.
Va detto che tutta la documentazione ha una chiara evidenza ambientale, per cui dovrebbe essere pubblicata non solo sul sito del comune, ma anche in quello dell’ARPAM; infatti la normativa del 2005 sul diritto alle informazioni ambientali (4), prevede l’accesso e la pubblicazione a “qualsiasi informazione disponibile” relative ad “acqua, suolo, territorio...energia, radiazioni, rifiuti...stato della salute e della sicurezza umana”. Non solo, tale norma è stata recepita nella attuale trasparenza del 2013, obbligando la pubblicazione in una apposita sezione dell’Amministrazione Trasparente (5).
Infine appare astruso il comportamento dell’Arpam nella richiesta di documentazioni da loro detenute. Infatti, tale agenzia, al momento della richiesta invia una comunicazione anche ai controinteressati, ma in questi casi sono comuni, provincia, di fatto amministrazioni pubbliche.
Se si va a leggere la definizione di controinteressati nell’accesso documentale (6), troviamo: “tutti i soggetti individuati o facilmente individuabili, in base alla natura del documento richiesto, che dall’esercizio dell’accesso vedrebbero compromesso il loro diritto alla riservatezza.”
Anche la norma sulla trasparenza in merito ai controinteressati, sostiene che il criterio da seguire è quello del pregiudizio concreto che l’accesso potrebbe comportare al soggetto in questione, limitatamente a quegli interessi privati quali ad es. i dati personali, segretezza corrispondenza, interessi economici e commerciali (7) e tutelati da specifiche discipline.
Dunque chiediamoci, quale diritto alla riservatezza può avere una amministrazione pubblica che necessariamente dovrebbe essere già trasparente?
In conclusione, rimane il fatto che nonostante questa pluridichiarata trasparenza, il cittadino deve continuamente dimostrare più volte le sue ragioni, anche quando è a rischio la propria salute! E’ il caso di valutare, se ancora le amministrazioni si sentono il potere di considerare cosa trasmettere o meno ai propri cittadini, o forse se sia il caso davvero, di mettersi seriamente a studiare questa disciplina per essere al servizio dei cittadini, attivando le giornate dedicate alla trasparenza e tutti quei meccanismi che sono a loro dovuti. Per noi persone comuni ricordiamo che essere informati, ci permette di fare scelte migliori!

le Marche a pag 18, 20, 24, 39, 44, 54, 56, 59, 65, 101.


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