Questa
13.a giornata del creato, ha un titolo semplice, ma profondo:
“Coltivate l'alleanza con la terra” Questa
terra è
di Dio e in questo momento,
siamo di fronte ad una crisi ecologica che richiede una forte
conversione vocazionale,
nell'essere
custode del creato.
Eppure stiamo assistendo ad un saccheggio continuo e alla codardia
nella sua difesa.
Abbiamo
il dovere coltivare e
custodire questo
meraviglioso creato,
perché anche le future generazioni possano continuare a trarne
frutti utili.
La
prima giornata del mese di settembre o meglio ancora tutto
settembre, è dedicato alla catechesi della natura, alla riscoperta
della cura per il creato per riscoprire quella bellezza di cui ogni
uomo, in ogni angolo della terra, ha il diritto di godere.
Occorre
fare attenzione alla nostra società, per non essere vittime
di una alleanza tra consumismo efferato e tecnologia che lasciano ai
margini, gli scarti di una economia assassina.
Si
suggerisce
di recuperare
spazi abbandonati, bonificare luoghi inquinati e favorire
una rapporto rispettoso con
la natura particolarmente tra i giovani e le nuove generazioni.
Anche
gli ultimi mesi hanno visto diverse aree del paese
sconvolte da eventi meteorologici estremi, che hanno spezzato vite e
famiglie, comunità e culture le cui prime vittime sono spesso i
poveri e le persone più fragili.
Né
il cambiamento climatico è l’unica minaccia legata alla crisi
socioambientale: si pensi all’inquinamento diffuso ed ai drammi che
talvolta esso porta con sé correlati, ma non rassegnamoci.
Oggi
è così evidente il mutamento
climatico in atto, da essere
attenti a fronteggiare forme di negazionismo antiscientifico.
E' altrettanto vero anche come esso sia legato in gran parte a
comportamenti umani, che possiamo
modificare. Ecco, allora, allo
sguardo preoccupato per la devastazione del territorio a
seguito del riscaldamento globale, dovremo attivarci per una
efficace opera di prevenzione.
Nella
Conferenza internazionale COP 24, che si terrà a Katowicze in
Polonia nel dicembre 2018 dovrà servire per “ripensare ed
approfondire le iniziative contro il mutamento climatico avviate tre
anni fa dalla precedente COP 21 svoltasi a Parigi. Sarà importante
che l’Italia svolga un ruolo attivo e lungimirante in tale
contesto, proponendo impegni realistici ed ambiziosi per l’azione
della comunità internazionale. Il criterio sarà quello di un bene
comune inteso in prospettiva ampia,
ad includere le generazioni future e tutte le creature.”
“Avremo
anche modo di abbinare così, la promozione di un
lavoro dignitoso, con una attenzione forte per l’ambiente,
in una prospettiva di cura integrale.
Occorre
ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo,
anche per orientare a nuovi stili di vita e di consumo responsabile,
così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità.”
A
fronte di diverse iniziative legate alla promozione ambientale da
parte di associazioni e diocesi, molte comunità ecclesiali fanno
fatica ad attivarsi in tal senso ai fini di una conversione
ecologica, per raggiungere la pace interiore:
-
Coinvolgimento attivo dei rappresentanti delle confessioni cristiane presenti nel territorio.
-
Incontri di preghiera, che potranno trovare ispirazione nei temi biblici dell’alleanza e della creazione.
-
Incontri di approfondimento del tema della Giornata da un punto di vista biblico-teologico.
-
Incontri di approfondimento su tematiche specifiche, ad esempio, sulla custodia dei beni comuni ambientali (acqua,energia…) o sul clima.
-
Un momento di festa-celebrazione all’aperto, in qualche luogo significativo caratterizzato semplicemente per la sua bellezza naturale o stimoli momenti di particolare accentuazione del rapporto con la creazione, o la visita a qualche luogo che testimonia di una situazione ecologica particolarmente critica, che incide sulla vita della comunità.
Nel
1990 papa Giovanni Paolo II scrive per la Giornata Mondiale della
Pace “Pace con Dio
creatore, pace con tutto il creato”, una
prima vera catechesi ecologica.
Dopo
quasi tre decenni, in effetti, la situazione è forse ancor
più complessa e mette in luce in modo persino forte, l'intreccio tra
il grido della terra ed il grido dei poveri, che del degrado
ambientale, sono spesso, le prime vittime meno
responsabili, rispetto a quelli che contribuiscono
a loro volta al depauperamento dell’ambiente.
Occorre
riscoprire il nostro essere davvero custodi attraverso “un
meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per
ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche noi con tenero
affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e
alla madre terra”.
L’ecologia
integrale, invita allora alla speranza, di uno sguardo al futuro che
non si lascia sopraffare dalla rassegnazione dinanzi alla difficoltà,
ma opera per tessere legami nuovi, tra una vita umana di qualità ed
un ambiente come casa abitabile.
L'invito
per la chiesa ad impegnarsi nella tutela del creato e più
indicativamente oggi nel contrastare i cambiamenti climatici, viene
dalla citazione di papa Francesco: il “pastore” non può non
occuparsi del benessere “integrale” del popolo, soprattutto dei
poveri: spirituale e fisico, presente e futuro, locale e globale.
Il
tema dei cambiamenti climatici è esemplare. Il primo “dovere”
consiste nell’informarsi e uscire dallo stato di scetticismo che
caratterizza spesso il mondo ecclesiastico e non solo. I ghiacciai
si ritirano, la temperatura media si alza, aumentano i fenomeni
meteorologici estremi (temporali, trombe d’aria, esondazioni,
siccità) che inducono grandi sofferenze e insicurezze. L’umanità
sta modificando l’assetto biologico e chimico dell’ambiente:
deforestazione, inquinamenti, sfruttamento.
A
livello politico assistiamo a
scelte amministrative devastanti: cementificazioni, disboscamenti,
opere inopportune, gestione privatistica ed
esclusivamente commerciale dei beni comuni essenziali, come
l’acqua. Il collegamento e l’ascolto dei gruppi ambientalisti
locali ci può aiutare.
A
livello ecclesiale dobbiamo domandarci, ed
agire in merito, se la parrocchia,
l’oratorio, il convento, l’istituto religioso, ha iniziato una
rigorosa conversione alle energie rinnovabili.
A
livello personale dobbiamo cercare di modificare i nostri stili di
vita: sobrietà, scelta di merci e prodotti sostenibili, rispettosi
dei lavoratori e dell'ambiente, finanza etica, dare tempo alla
magnificenza ed alla contemplazione.
Dobbiamo
anche impegnarci per il lavoro soprattutto per i nostri giovani, “che
non sia quello che non risponde alla sete di dignità dell’uomo.
Pensiamo alle sofferenze di molte persone: i disoccupati, soprattutto
giovani, le vittime sul lavoro, chi subisce la corsa agli armamenti o
livelli crescenti di inquinamento, il fenomeno del caporalato, le
donne costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, i precari...”
Attiviamoci per la “formazione di persone motivate a dare impulso
alla pastorale sociale e del lavoro. La vita delle comunità non può
limitarsi alla catechesi, liturgia, processioni e benedizioni! Deve
promuovere un ben-vivere al servizio delle relazioni che sono
costitutive per l’uomo: con Dio, con i fratelli, con la creazione e
con se stessi.”
Per
una lettura più corretta e completa, si rimanda a:
https://lavoro.chiesacattolica.it/13a-giornata-nazionale-per-la-custodia-del-creato/
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