Quello che rimane dell'eolico di Cà Parlano Piobbico, visto dalla strada della foresta demaniale di Monte Vicino
Zefiro
spira, sotto le raffiche di Tramontana
Ovvero
là dove (non) soffia il vento.
E'
una notizia fresca quella dell'abbattimento dell'aeromotore sito a
Ca' Parlano in comune di Piobbico, ben visibile scendendo da
Serravalle di Carda e dalla sp. Apecchiese che va a Sant'Angelo in
Vado. Alcuni cacciatori si sono accorti della distruzione del
generatore eolico sabato 25 novembre.
Vediamo
la sua storia.
Su richiesta della ditta Zefiro di Città di
Castello, con la determinazione n. 2332 del 15/09/2010 la Provincia
di Pesaro Urbino approva la realizzazione su quello stesso sito di un
aeromotore di ben 999,80 Kw. Nelle prescrizioni chiede “dovranno
essere sempre garantite condizioni di massima stabilità anche nelle
condizioni di idrogeologiche più sfavorevoli in base a
quanto stabilito dal DM 14.01.08”.
La
determina riguarda però un impianto da circa un milione di watt, che
successivamente a “seguito di considerazioni economiche e
ambientali di costi e benefici, si è scelto di installare un
aerogeneratore di dimensioni inferiori.” Si sostituisce quindi con
un minieolico, di potenza nominale pari a 60 Kw, che avrà dimensioni
più contenute, quali un’altezza del mozzo e il diametro del rotore
inferiori.
Con
una classe CEI atta a resistere a raffiche di vento pari a 140 km/h,
una altezza di colonna di 50 m e pale da 14,5 m, garantiva una
potenza di 60 kw ad una velocità del vento di 43 km/h, mentre a 90
km orari la potenza si riduceva a 38 kw, con la conseguente frenatura
della pale e messa in sicurezza della macchina, frenatura di due tipi
sia meccanica tramite freno a disco, che aerodinamica con le
estremità delle pale mobili.
La
produzione annua di progetto era di 217.000 Kwh, pari a circa 3600
ore equivalenti di funzionamento; dai dati avuti dal GSE, aveva
prodotto nel 2016 solo 40235 Kwh, 670 ore eq.,e fino ad aprile 2017,
14681 Kwh, pari a 244 ore eq. Problemi all'elettronica di controllo
delle pale e della produzione, avevano impedito il corretto
funzionamento, ma c'era anche una sovravalutazione del regime
ventoso.
Infatti
l'impianto eolico lì vicino , sul monte dei sospiri di Apecchio con
potenza installata ben più grande di 10 milioni di watt, dalla sua
installazione ha lavorato per sole 1950 ore equivalenti all'anno,
contro le 2200 ore eq. dichiarate.
Cosa
fare dei rottami? Spetta alla ditta valutare un'altra eventuale
installazione, diversamente
“è
tenuta a ripristinare lo stato dei luoghi alla dismissione
dell'impianto previa comunicazione dell'avvenuta dismissione alla
Provincia di PU ed al comune interessato”.
C'è
da chiedersi se l'importo previsto per la polizza fideiussoria di 70
euro al Kwp per il Comune, sia sufficiente a garantire eventuali
inerzie...
L'aerogeneratore aha avuto dei problemi iniziale col software gestionale dell'assetto pale e produzione; a giugno si era messo a produrre. La causa probabile della caduta è probabilmente dovuta alle scadenti saldature della colonna sulle flangie imbullonate. la flangia è rimasta Lì la colonna si è staccata. Dai dati del vento della Prot. civile Marche sensore di Urbino la velocià più alta è sta ti di 40 km/h.
RispondiEliminaNella variante approvata ad ottobre 2016, relativa al progetto ci sono dei dati che vanno corretti. L'altezza al mozzo è 25 metri, il diametro pale è di 28 metri e la Classe di vento IEC WTGS II che corrisponde ad una tenuta massima di 160 km/h...
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