lunedì 1 maggio 2023

Da che parte sta?


Caro Peppino. Mi permetto di chiamarti così Presidente, dato che siamo quasi coetanei.

Ormai settantenne continuo a impegnarmi nella vigilanza ecologica come sai. In questi anni di vita mi sono da sempre impegnato nella difesa dei diritti dei cittadini, nella tutela ambientale ed in quella dei cosiddetti beni comuni.


Spero che tutto questo sia sufficiente per capire da che parte sto.

Leggere dell’aumento dei stipendi della partecipata Marche Multiservizi, da te avvallati, mette il dito su una piaga che da anni va emergendo: ma il tuo partito sì tanto progressista, da che parte sta? O parafrasando Moretti “fa qualcosa di sinistra”.

Nulla valgono le cerimonie, specialmente quelle ancorate al passato, nè miti ed eroi, se oggi non riusciamo ad essere difensore dei deboli, di quelli che non hanno niente, dei sfortunati, dei cittadini comuni.

Non si riesce neanche a difendere o meglio a capire, l’importanza della partecipazione dei cittadini, alla gestione della cosa pubblica.

Accade che la tua Provincia approva un digestore di biogas, eppure i cittadini raccolgono 5.000 firme per opporsi e continuano a lottare per questo.

Siamo invasi da una marea di impianti ad energia rinnovabile e la tua Provincia nel rilasciare la non assoggettabilità alla VIA, sostiene che la partecipazione è garantita dalla sola pubblicazione all’albo pretorio, facilitando di fatto il committente, non chiamando in causa i portatori di interesse, come avrebbe dovuto. 

Accade che a Mercatello, dopo una serie di vari proposte, si espropriano terreni alla luce del 4.o-5.o (?) progetto della Fano Grosseto, senza che i cittadini ne fossero avvisati prima, durante il procedimento decisionale. 

Che dire poi del biolaboratorio di Pesaro, la cui decisione è sorvolata sul capo dei cittadini stessi, che si sono ribellati costituendo un comitato. 

O si decide una discarica a Petriano senza aspettarci che i cittadini si ribellino e non è la sindrome di NIMBY, come un caro amico ambientalista direbbe, bensì impedire una decisione senza che sia avvallata dalla gente che lì ci vive. 

L’informazione e la partecipazione, certamente non facilitano i procedimenti e non permettono decisioni dall’alto, cui noi cittadini ormai siamo soggetti a subire, ma è la maniera più giusta per amministrare i beni pubblici. I pragmatici del passato che ricorderai, furono sommersi di monetine.

Se davvero non vogliamo consegnare ad altri la gestione dei nostri territori, dei nostri problemi, delle nostre esigenze, occorre avere il coraggio di una riconversione profonda, che metta in prima persona le esigenze dei più bisognosi, di quelli più in difficoltà, della gente che fa fatica a percorre il giorno su giorno, altrimenti avremo ancora un aumento di quelli, che anche per motivi nobili, rifiutano di andare a votare, per chi non li rappresenta più.

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