Agrivoltaico a Sant’Angelo in Vado
40 vadesi questi giorni riuniti, hanno parlato e discusso del nuovo impianto fotovoltaico o meglio agrivoltaico, che si vorrebbe realizzare proprio alle porte di Sant’Angelo in Vado. Si tratta di un sistema di produzione di elettricità dal sole, abbinata al contemporaneo uso del terreno. Infatti i pannelli che vorrebbero installare in località Cà Rinalduccio sono situati ad una altezza di 4 metri dal suolo, in modo tale che vi possano passare sotto le macchine agricole. Saranno orientabili da est ad ovest.
Vicinissimo al centro abitato, una ditta tedesca ha chiesto di poter fare questo agrofotovoltaico, su ben 7 ettari si installeranno pannelli per 6,1 milioni di watt che supererà di gran lunga l’impianto di Pole di Acqualagna. La ditta in virtù del decreto Draghi del luglio 2022, ha chiesto alla Provincia la non assoggettazione alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), il 28 dicembre la Provincia ha accordato questo aspetto. Ovviamente come spesso accade in queste realizzazioni, senza peraltro coinvolgere i cittadini. Eppure le norme ci sono e sono anche datate , ma i cittadini sono comunque trascurati. I vadesi però non sono stati con le mano in mano ed hanno inviato ai primi di febbraio le proprie osservazioni all’ufficio VIA con tanto di raccolta firme, soprattutto per ribadire “Ci siamo anche noi dovete ricordarvene in fase di attivazione di un procedimento”. Inoltre hanno chiesto di conoscere l’ufficio che tratterà in maniera definitiva questo progetto. A dir la verità la norma Draghi prevede la realizzazione anche col parere negativo della soprintendenza. Su quel suolo agricolo esistono il vincolo di falda freatica, il vincolo del vecchio tracciato della Fano Grosseto, questo dal punto di vista formale; da lì è però visibile in buona parte il monte Nerone che dovrebbe trascinare il suo vincolo ed è distante dal centro abitato 50 m. Nel 2010 l’amministrazione di allora, purtroppo, non aveva adottato il piano delle aree non soggette a fotovoltaico, previsto in Regione Marche.
E’ come se ti realizzassero una costruzione alle porte della tua abitazione senza dirti granchè. E Sant’Angelo in Vado racchiude al suo interno innumerevoli opere d’arte: chiese monumentali, il centro storico medioevale completamente restaurato, la Domus del mito e le terme romane, per le quali ci si sta attivando come parco archeologico, ma che stonano ampiamente con quell’impianto tecnologico al suo ingresso.
Non sono spiegati poi come la produzione elettrica e la coltivazione sono legati agli aspetti agricoli della proprietà e cosa si pensa di produrvi sotto: c’è chi dice frutteti, ma ancora sono in via sperimentale, altri dicono fragole e pomodori, ma alle nostre latitudini se non vedono il sole non arrossiranno, oppure erba, grano e foraggio come fatto finora.
I cittadini vadesi si sono comunque costituiti in comitato, continueranno nella raccolta di firme, coinvolgeranno gli altri cittadini, hanno messo a disposizione una cifra concreta per le prime spese da affrontare si sono riuniti più volte e promettono una valida opposizione al progetto e per favore non la chiamate sindrome di NIMBY, squalifichereste il nostro impegno.
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