Quattro puntate a proposito del Lago sul Candigliano.
Il progetto
Siamo ormai in autunno, la calura estiva si è smorzata l'emergenza acqua è rientrata. Vi vorrei proporre, diciamo così , a puntate, la problematica del lago che l'AATO vorrebbe realizzare sul Candigliano. Per discuterne, per far sapere dati e problematiche. L'acqua sarà sempre più un problema futuro, è una risorsa non rinnovabile; è stata , è e sarà sempre quella quella utilizzabile dalle acque: lo 0,26 % di tutta quella disponibile.
Come vi dicevo siamo in una valle non percorribile se non attraverso lo stesso letto fluviale. Negli anni '80 vi portai diversi gruppi scouts e l'assessore provinciale all'ambiente Tagliolini Luigi. E' notevole quindi l'interesse ambientale e naturalistico di quel tratto interessato dal lago per 3 km circa, del persorso fluviale. Veniva chiamata la valle dei Mulini per gli innumerevoli opifici distribuiti lungo il tratto fluviale e nei torrenti che lo alimentano. Fra tutti proprio sotto la diga c'è il mulino Brincivalli, unico ad essere inserito nel PPAR; proprio sotto l'omonimo ponte, abbiamo il mulino del Broccolo, con la traversa realizzata su una balza di circa 4 m, e con il suo canale in parte pensile; il mulino di Frigino sulla coda del proposto lago, sotto la strada che scende da Valpetrosa; più avanti il mulino di Caromanno, poi i mulini di Botina , il mulino Dante, il mulino di Scalocchio dove il parroco negli anni '60 ci montò una turbina per produrre elettricità che alimentava la prima tv in b/n utilizzata per la scuola dei ragazzi che orbitavano nei dintorni della parrocchia.
Sempre sulla coda del lago abbiamo la formazione di ansa enorme molto più grande della piazza di Sant'Angelo in Vado, suggestiva per il senso di grandezza e spettacolarità del luogo. Lungo il tratto è facile trovate le tane dei granchi di fiume che scavano l'argilla; le rocce sono infatti marne argillose e areniti in strati, con suggestivi decorazioni nel passaggio tra una strato e l'altro.
Altra particolarità ambientale visibile dal ponte del Broccolo verso monte, è la presenza di questi strati di marne e areniti orizzontali, che nei giro di 800 metri passano a diventare verticali e poi ancora orizzontali; segno di stess geologico notevole. Gli stessi strati verticali sono visibili sia sul sentiero che dalla Metola va verso Cottriolo (antica strada medioevale) (le creste del Drago) e sulla sponda del fiume Metauro. Ricordo la presenza di una linea di faglia che passa proprio lì vicino (scossa del 15 settembre).
Numerose le sorgenti di acqua solfurea presenti lungo il tragitto, di cui una proprio sotto il ponte del Broccolo ed esce da uno scoglio semisommerso. La presenza di queste sorgenti è indice appunto, di contesti geologici con deformazione fragile diffusa e o interessati da fenomeni gravitativi. E' una valle ricchissima di alberi di cui diversi sono frutto di rimboscimenti effettuati dai proprietari poderali, con vincoli da 90 o 100 anni.
L'eventuale realizzazione del lago dovrebbe richiedere l'abbattimento di migliaia di essenze vegetali, mettendo a nudo gli strati di marna cedevole soggetta a facile erosione, con notevole produzione di fango.
Le ns. proposte.
Le proposte che vi presenterò nascono da leggi in vigore, poi vi indicherò quella realizzata da Progetto Acqua di Urbania che condividiamo in diverse associazioni ambientali.
La normativa in vigore oggi è la cosiddetta legge Galli (L. 36/1994), che ha istituito allora gli AATO, il Servizio Idrico Integrato ed i gestori. L’art. 5 è dedicato al risparmio idrico ed in prima battuta riporta già da allora:
“risanamento e graduale ripristino delle reti esistenti che evidenziano rilevanti perdite”;
“installazione di reti duali nei nuovi insediamenti abitativi, commerciali e produttivi di rilevanti dimensioni”;
“installazione di contatori in ogni singola unità abitativa nonché di contatori differenziati per le attività produttive e del settore terziario esercitate nel contesto urbano”. Questa indicazione è anche inserita nella legge Merli del 1979 (contabilizzazione della risorsa), confluita successivamente nel Testo Unico Ambientale del 2006. Eppure la Regione Marche deve ancora obbligare le concessioni irrigue all’installazione dei misuratori. Ricordo che l’agricoltura è il settore che ha il più alto consumo di acqua (60-70%).
Per riassumere non è possibile che nel 2021 si abbia in tutta la provincia il 32% di perdite nella rete acquedottistica e che ancora non sia data l’esecuzione a quanto chiede la legge Galli. La realizzazioni delle rete duali serve a separare le acque piovane, dalle cosiddette acque nere per un possibile recupero delle prime . Una responsabilità che grava sui politici di allora fino a quelli di oggi.
Nella finanziaria del 2008 al comma 288 è riportato: “A decorrere dall'anno 2009, ... il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla certificazione energetica dell'edificio, ..., nonché delle caratteristiche strutturali dell'immobile finalizzate al risparmio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche.” In sostanza nelle nuove case energetiche di classe A (basso consumo) è previsto il recupero delle acque piovane e sistemi di risparmio dell’acqua. Nessun PRG comunale l’ha inserito; basterebbe anche laddove possibile, l’installazione di serbatoi di accumulo nelle abitazioni che mediamente garantiscano anche una settimana di autonomia.
Infine una parola per la qualità di queste acque e della trasparenza dei dati, anche questo rientra nei criteri di acqua bene comune. Proprio questi giorni (24/09/2021) la Ue ha elevato una sanzione all’Italia per fogne e depuratori, per il mancato rispetto della riduzione di fosforo ed azoto (direttiva CEE 91/271). La sanzione ha rilevato per la quarta volta la mancata attuazione della direttiva in 600 zone diverse d’Italia e nelle Marche anche a Pesaro e Urbino. La stessa direttiva nel suo allegato 2, chiede per le acque superficiali destinate alla potabilizzazione (da noi l’85% dell’acqua potabile proviene dai fiumi), la realizzazione di aree sensibili con la conseguente riduzione dei carichi inquinanti, mai attuata. La pubblicazione dei dati è indispensabile e dei dati ambientali fra i quali rientra l’acqua è espressamente richiesta dal 2005. Eppure l’AATO non pubblica tutti i dati che ha , il gestore che dichiara di fare 380 analisi al giorno manda un riassunto nella sola bolletta (le analisi dell'acqua potabile dei comuni marchigiani https://veterinariaalimenti.sanita.marche.it/ARPAM-Rapporti-di-Prova-Acque-Potabili ). Ciò impedisce ai cittadini interessati e alle associazioni ambientali riconosciute, portatrici di interessi collettivi, di raffinare le loro ricerche al fine di fare osservazioni puntuali e collaborative. Il problema dell’acqua merita il nostro interessamento perché sarà l’eredità che lasceremo ai nostri discendenti.
Per visionare la proposta dei laghi in rete di Progetto acqua , vi metto il link http://www.retelaghi.it/
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