lunedì 8 luglio 2024

Onorevole Antonio Baldelli in visita all’Oratorio

Onorevole Antonio Baldelli in visita all’Oratorio di Sant'Angelo in Vado


Ho conosciuto Antonio Baldelli quando altri governavano la regione e ci avevano ostacolato nella vigilanza ecologica di cui faccio parte e lui ci ha suggerito interventi; oggi che loro governano la regione, si comportano, sempre nei confronti delle guardie volontarie, come gli altri di allora. L’ho sentito parlare ad Acqualagna ad un convegno sulla legalità ed ho ammirato la sua eccezionale capacità di oratore.


Ho saputo dai social, della sua venuta a Sant’Angelo in Vado, per parlare ai giovani dell’oratorio.

Mi è apparso subito una stranezza educativa, poco opportuna in un luogo dove si fa educazione, improvvisata, non programmata o quanto meno non rientrante in un quadro formativo preparato.

Mi sono chiesto che cosa sarebbe accaduto, se avessi fatto venire Marta Ruggeri consigliere regionale (le mie conoscenze non mi permetto deputati o senatori); sarebbe stata accettata alla pari?

Questo non significa che non apprezzo il lavoro che si fa all’oratorio; ho collaborato in questi anni al Grest con il laboratorio di mani abili, senza chiedere alcunché, quest’anno non sono stato chiamato.

Come capo scout a disposizione, ogni tanto sono sollecitato a sostituire qualcuno, negli incontri fatti con le associazioni locali.

In 40 anni di attività scout, non ho mai utilizzato l’associazione per indirizzare a scelte partitiche: negli anni ‘80 sono stato accusato di portare i giovani verso i Verdi del sole che ride (allora partito) mentre chi mi accusava, aveva arbitrariamente fatto le tessere del partito di maggioranza ai giovani scouts.

Questo certamente non significa disimpegno sociale: le scelte di aiutare i deboli, dedicarsi al servizio verso il prossimo, lasciare meglio di come abbiamo trovato, sono attività che aiutano anche a chi le compie, aggregano, si fanno amicizie e strade insieme.


Papa Francesco alla 50.a settimana sociale, da poco conclusasi, fa l’appello ad una assunzione di responsabilità per “costruire qualcosa di buono nel nostro tempo”, dando “attenzione alla gente che resta fuori o ai margini dei processi”. Pensando anche alla poca partecipazione elettorale, aggiunge “È evidente che nel mondo di oggi la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo.”

Nel messaggio per la giornata del Creato di fine giugno sottolinea anche: “Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a «ripensare alla questione del potere umano...siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza»

Ecco che allora la tutela del Creato, diventa la catechesi da proporre ai giovani. Gli aspetti della “ecologia integrale” di papa Francesco sottolineati nella Laudato sì, aprono un settore a 360 gradi, si può proporre di tutto, ma chissà perché, si hanno remore nella sua applicazione; ecco che qui le associazioni giovanili cattoliche potrebbero essere di stimolo ad una chiesa ritualista ancorata alle paure panteistiche. Fra l’altro come sottolinea spesso un mio collaboratore, l’ambiente non ha colore, è di tutti! Ne va la nostra stessa vita, che va difesa sempre. Alla via Crucis della Metola, dove ho partecipato, in ben due stazioni si è sottolineato il problema degli aborti. Sono circa 66 mila quelli praticati, ma le morti in Italia per inquinamento atmosferico, dai dati dell’agenzia dell’Ambiente europea sono 80 mila; nel Veneto l’inquinamento dell’acqua potabile da sostanze perfluoro alchiliche PFAS, interessa 350 mila abitanti.


C’è da chiedersi, come chiesa locale, come ci stiamo preparando per settembre 19.o mese dedicato alla tutela del Creato?

Le agenzie educative come gli scouts, l’oratorio, la stessa scuola, devono essere attente quando propongono scelte o aspetti più partitici. I ragazzi che curano sono figli degli abitanti del luogo e qui da noi, lo abbiamo visto, siamo divisi pressoché a metà, dobbiamo quindi evitare, da educatori, di stimolare ancor più le divisioni. Per carità, non dico che l’incontro con l’onorevole Baldelli non sia stato utile, non sia servito, don Igino citava spesso Bernanos “tutto è grazia”, quindi tutto serve, ma lo ritengo davvero inopportuno.


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