sabato 17 agosto 2024

Carissimo consigliere regionale Giacomo Rossi

Carissimo consigliere regionale Giacomo Rossi,

leggo con rammarico che continui ad affermare che le guardie volontarie sono degli sceriffi. Non ti è bastato dirlo in aula regionale, lo scorso anno, assieme al consigliere Cancellieri Giorgio.
Imperterrito continui a mettere in discredito l’attività di tutti i volontari che si occupano di far rispettare le leggi che tutelano l’ambiente nel suo complesso.
Siete stati così bravi da non approvare neanche il corso GEV effettuato con l’Università di Urbino, per un cavillo di parole sostenuto dalla Provincia di Pesaro, quando questa già dal 2015 (1) non poteva più fare corsi di formazione, perché tali compiti erano ritornati alla Regione.

La vigilanza volontaria è riconosciuta da leggi statali dal lontano passato, perché si riconosceva da allora l’importanza del servizio delle guardie nei rispettivi compiti: la pesca dal 1931, la zoofila dal 1913, le erbe officinali dal 1931, per finire la caccia dal 1992, i tartufi dal 1995, i funghi dal 1985.
Il servizio che si effettua è riconosciuto di pubblica utilità (2) ed ogni interruzione o turbamento è punito col il 340 del codice penale (3) . Addirittura nella zoofila e nella pesca abbiamo le funzioni di polizia giudiziaria. Ciò significa che se non facciamo rispettare le norme trasgredite, possiamo essere accusati di “omissione di atti di ufficio”. Qualche sindaco me lo ha detto apertamente: “Quando andate in vigilanza prima avvisate, poi se ci ritornate e non è a posto sanzionate”. Ma non è così , specialmente se ci sono persone, se la trasgressione è evidente.
Questa tua cocciuta insistenza sui sceriffi, ci mette in cattiva luce; ci hai pensato che può essere motivo per aumentare i rischi che andiamo ad incorrere durante i servizi?
Qualche giorno fa in un’area riservata di raccolta tartufi un bracconiere ci ha spintonato, alzato contro la vanghella, scagliatoci contro la cancellata e non ha voluto fornirci i suoi dati né quelli dei suoi cani. E noi lì a far rispettare le norme, che regolano prima di tutto il nostro vivere civile.

Per il 2023 sono stati inviati al Questore i seguenti servizi: con attive 18 guardie, 321 servizi per 963 ore complessive. Hanno percorso 11376 km, controllato 20 persone ed effettuato 13 verbali amministrativi per un importo totale di 3748,75 €. Come fai a continuare nel dire che siamo sceriffi?
Controlliamo il territorio questo sì! Non ho chiesto 30.000 euro alla Regione. Quello è il contributo da voi dato alla Provincia per la formazione delle guardie (tutte) che la stessa non può più fare. Gustoso, no! Chiederò con accesso civico per capire che fine hanno fatto. Ho invece richiesto alla Regione il rimborso di 5000 euro di benzina questo sì. Parli delle GEV, ma vorrei ricordarti che la loro istituzione con legge regionale è servita alla Regione per dimostrare di garantire la vigilanza ambientale richiesta dall’Unione Europea. La stessa norma prevede il finanziamento delle GEV, anche il vestiario, il materiale, le assicurazioni che stiamo pagando tutto noi (4) , col contributo del 5x1000 che la gente ci da , riconoscendo il nostro servizio; quest’anno è arrivato a 3420 euro. 
Sei riuscito a dare alla speleologia 40.000 euro perché era una legge che finanziava la Regione, perchè quella delle GEV no? Il tuo ufficio è stato il primo contattato per la modifica della legge, tanto speravamo in te!
Ti abbiamo aiutato per le leggi dei funghi e tartufi che hai entrambe dovuto correggere, anche se le sanzioni sono rimaste abbassate (5). Continuerai a darci dei sceriffi? Nel caso useremo la pazienza e li metteremo tra i tanti ragli che trasgressori, antagonisti, superficialoni, ci scagliano contro.
 

mercoledì 7 agosto 2024

La catechesi ambientale negli scouts.

La catechesi ambientale negli scouts.

Mi permetto di intervenire, da capo a disposizione che ha partecipato, assieme al Capo Gruppo Francesco, all’incontro dello scorso giugno, promosso dalla zona di Pesaro con gli eccezionali don Sandro e don Andrea, rispettivamente vescovi di Pesaro e Fano, sulla catechesi proposta dal Progetto Emmaus. Avendo lasciato la direzione del gruppo di Sant’Angelo in Vado nel 2007, non ho vissuto le trasformazioni in atto nella nostra associazione, se non marginalmente e attraverso le letture di Proposta Educativa e Servire.

Vorrei fare alcune riflessioni sulla catechesi, senza togliere nulla al Progetto Emmaus, se mai le ritengo, più riconducibili alla nostra formazione.

Da Taccuino di BP si legge “Ma la sua religione può non essere riconosciuta da tutti: non è una religione come le altre, non è stata formulata dall’uomo, ma è il naturale risultato della sua costante comunanza con la natura…Egli si rende conto che la felicità si conquista superando le difficoltà, ma che la vita è vuota e insoddisfacente se si lavora solo per se stessi: che il servizio agli altri dà la più grande soddisfazione”.


Certo parole del 1918 eppure...leggiamone alcune più recenti.

Sta così formandosi una coscienza ecologica, che non deve essere mortificata, ma anzi favorita, in modo che si sviluppi e maturi trovando adeguata espressione in programmi ed iniziative concrete...Non pochi valori etici, di fondamentale importanza per lo sviluppo di una società pacifica, hanno una diretta relazione con la questione ambientale...E Dio vide che era cosa buona. Ma quando, dopo aver creato il cielo e il mare, la terra e tutto ciò che essa contiene, Iddio crea l'uomo e la donna, l'espressione cambia notevolmente: - E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona-...Queste considerazioni bibliche illuminano meglio il rapporto tra l'agire umano e l'integrità del creato. Pur riconoscendo l'utilità pratica di simili misure, sembra necessario risalire alle origini e affrontare nel suo insieme la profonda crisi morale, di cui il degrado ambientale è uno degli aspetti preoccupanti...Ciò ha messo crudamente in rilievo come ogni intervento in un'area dell'ecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre aree e, in generale, sul benessere delle future generazioni...Ma il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita (nella sua globalità n.d.a.)...D'altra parte, la terra è essenzialmente un'eredità comune, i cui frutti devono essere a beneficio di tutti...


I concetti di ordine nell’universo e di eredità comune mettono entrambi in rilevo che è necessario
un sistema di gestione delle risorse della terra meglio coordinato a livello internazionale. La crisi ecologica pone, in evidenza l'urgente necessità morale di una nuova solidarietà...Ma c'è un'altra pericolosa minaccia, che ci sovrasta: la guerra...La società odierna non troverà soluzione al problema ecologico, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita… C'è dunque l'urgente bisogno di educare alla responsabilità ecologica: responsabilità verso se stessi; responsabilità verso gli altri; responsabilità verso l'ambiente… Non si può trascurare, infine, il valore estetico del creato. Il contatto con la natura è di per sé profondamente rigeneratore, come la contemplazione del suo splendore dona pace e serenità...Oggi la questione ecologica ha assunto tali dimensioni da coinvolgere la responsabilità di tutti… La crisi ecologica - ripeto ancora - è un problema morale.” (1)

Perdonatemi questa riduzione di un messaggio ben più importate nella sua totalità. “Pace con Dio Creatore Pace con il Creato 1990 di San Giovanni Paolo 2°. Ha 34 anni ed è ancora attualissimo nella sua proposta etica e perché no, catechetica. Questa catechesi ambientale da sviluppare, che la fantasia scout non temerà sicuramente di affrontare, ma che potrà certamente distribuire nei tre grossi momenti dello sviluppo scout: l’ambiente fantastico, l’area delle esperienze proposte, il momento dell’agire e delle scelte. D’altra parte non possiamo avere timori, sostenuti dalla più recente enciclica Laudato sì, (2) molto più dettagliata, dal successivo continuo, l’esortazione apostolica Lodate Dio del 4 ottobre 2023 (3) più specifica e dal più giustificativo al fine teologico, discorso sulla giornata del creato 2024 del 27 giugno 2024 (4).


Vi chiederete perché i nostri vescovi, i nostri parroci, non ne parlano. Intanto non è proprio cosi. La CEI, a Vicenza il 4 marzo 2023, ha organizzato il Convegno nazionale “Era cosa molto buona – Custodire le nostre terre: salute, ambiente, lavoro” (5) per parlare dei problemi legati anche alla loro zona dove le Mamme No Pfas si battono per vietare i prodotti perfluoro alchilici, usati anche per impermeabilizzare le nostre tende ed i nostri capi di abbigliamento tecnico, interferenti endocrini persistenti, che abbandonati in falda hanno compromesso l’acqua potabile di 350.000 abitanti. C’è poi anche il movimento mondiale Laudato sì, di cui sono animatore assieme ad altri di Pesaro: una valida iniziativa per stimolare interventi nel settore dell’enciclica. Poi ogni settembre è proposto dalla CEI, come mese per la cura del creato, con tanto di documentazione, ormai da ben 19 anni (6).

Che dirvi, sul mancato stimolo da parte della struttura clericale: c’è una, non tanto velata, paura di una deriva panteistica di questo aspetto (la Terra adorata come una dea), qualche vescovo, ha scritto dei libri in tal senso. C’è anche un mancato approfondimento dei nostri sacerdoti, su questi temi considerati di altri. Il mio giovane parroco sostiene il far basta con le parole, di voler conoscere cosa fare e gli ho proposto di incontrarci, per conoscere le parole e tradurle in azioni: “Sperare per agire” (4), è il motto del messaggio del creato di quest’anno.


A volte penso che molte proposte di tutela della vita, sanno di fariseismo; noi sempre pronti a tutelare la vita all’inizio ed alla fine, che ci dimentichiamo del durante. Che dire dell’inquinamento atmosferico che in Italia provoca 80 mila morti all’anno (dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente) ben di più degli aborti annuali, o i dati di AIRTUM registro tumori, che addebita all’inquinamento ambientale il 30% delle patologie, o anche l’aumento del 15 % delle neoplasie, a Taranto, nei ragazzi.

Credo che la scelta di una catechesi ambientale sia piuttosto interessante, se pensata ad una ecologia integrale a 360°.

Già la Centesimus Annus (1991) (7) allarga decisamente gli ambiti di intervento (par. 36-37-38): qualità delle merci, il fenomeno del consumismo, abitudini di consumo e stili di vita, investire in un settore produttivo piuttosto che in un altro come scelta morale e culturale, salvaguardare le condizioni morali di una autentica ecologia umana, difendere i beni collettivi.

Per noi più adulti rimangono imperterrite le parole di S. Giovanno Paolo 2° dette ai giovani a Ravenna in piena esplosione del reattore nucleare di Chernobyl,13 maggio 1986 “Sempre ogni generazione sperpera e guadagna a svantaggio e danno delle generazioni future.” (8)

Se non apriamo noi scouts a questa catechesi ambientale, come pietra di inciampo, come prua che apre le acque per l’intero scafo, chi potrà farlo?

Vi invito a rifletterci.

Buona strada!

1) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/messages/peace/documents/hf_jp-ii_mes_19891208_xxiii-world-day-for-peace.html 

2)  https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

3) https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html

4) https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/cura-creato/documents/20240627-messaggio-giornata-curacreato.html

5)  https://salute.chiesacattolica.it/era-cosa-molto-buona/

6)  https://lavoro.chiesacattolica.it/19a-giornata-per-la-custodia-del-creato-1-settembre-2024/

7) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_01051991_centesimus-annus.html

8) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1986/may/documents/hf_jp-ii_spe_19860511_ippodromo-ravenna.html