domenica 6 maggio 2018

Politici: a servizio di chi?

Politici: a servizio di chi?
La solita Simona Gabanelli, non più voluta dalla RAI, dalle pagine del Corriere della sera del 1 maggio 2018 rivela l'ennesima “fuffa”.
Due senatori approfittando dell'appisolamento degli altri, inseriscono nella finanziaria del 27 dicembre 2017, un piccolo emendamento, che permette ad una società costituita da poco più di 20 giorni, di poter ricevere ben 3 milioni di euro. Amici, figli e soci ricevono questa regalia, per la promozione del digitale in Italia quando il vero piano informatico italiano non passa perché ha bisogno di almeno 50 milioni di euro. La ditta finanziata ha due partecipazione societarie una si occupa di attività editoriali pubblicitarie del settore turistico, l'altra si occupa di costruzioni di strade autostrade e piste di aeroporti, ben poco attinenti con lo sviluppo digitale. Il ministro Calenda quando si accorge del fatto, seppure imbarazzato, coinvolge la commissione Europea e ben poco ha potuto fare Cantone dell'anticorruzione, dato che questa è di fatto legge e lui si occupa di provvedimenti amministrativi. Leggetevi l'articolo è di fatto esilarante e tragico al tempo stesso.

Capitan Ventosa, di Striscia la notizia questa volta mette in evidenza la mancata trasparenza di alcuni siti di amministrazioni pubbliche.
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/siti-della-pubblica-amministrazione-poco-trasparenti_35859.shtml. Ebbene nel filmato si mostra proprio come gli spazi web di cittadine importanti, quali Milano e Catania abbiano inserito nel programma istituzionale, un piccolo file, “robots.txt”, tale da evitare l'intervento dei vari motori di ricerca, proprio nella pagina “Amministrazione trasparente”. Tale spazio è ormai d'obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche e per tutti i gestori seppure privati, di beni pubblici, come acqua, energia, trasporti, caccia… Se andiamo a leggere il decreto sulla trasparenza all'articolo 9 esprime: “Le amministrazioni non possono disporre filtri o altre soluzioni tecniche, atte ad impedire ai motori di ricerca web di indicizzare ed effettuare ricerche nella sezione “Amministrazione Trasparente”.
Eppure quella che voleva essere un FOIA (Freedom of Information Act in USA) italiano, la legge sulla Trasparenza appunto, sta rivelando non solo la forte opposizione delle amministrazioni, ma molti buchi neri, contro gli stessi cittadini che dovrebbero usarla. L'Agenzia delle Dogane che non pubblica in Gazzetta il concorso come chiede la legge, perché ci sono sentenze contrarie, i dirigenti che devono avere i compensi pubblicati, ora non più perché si è opposto il garante della privacy, difficoltà di ricorrere nei confronti delle amministrazioni statali, in caso di mancate risposte, se non attraverso il TAR, mentre per le altre si ricorre al responsabile trasparenza che spesse volte è lo stesso dirigente a cui hai avviato la richiesta e quindi al difensore civico; ministeri o loro emanazioni nei quali e difficile trovare gli indirizzi PEC giusti e che ancora rispondono con le lettere vedi MIBAC, gestori di beni pubblici che non sono affatto trasparenti sulla attività pubblica; basta vedere in tal senso la nuova proposta di direttiva europea sulle acque potabili, con la quale l'Europa mette in evidenza la scarsa propensione per l'acqua del rubinetto, proprio per la mancata pubblicazione/divulgazione dei dati di analisi.

E nelle Marche? 53 dirigenti della Regione Marche sono sotto indagine da parte della Guardia di Finanza per aver assunto 776 dipendenti senza concorso pubblico o con bandi “fotografia” fatti solo ed esclusivamente per permetterne l'assunzione.
Abuso di atti d'ufficio è l'accusa penale, dal momento che i dirigenti hanno contravvento, nell'assumere il personale, alla norma costituzionale che prevede l’ingresso alle dipendenze della pubblica amministrazione per concorso.
Una indagine di 18 mesi che ha rilevato fra l'altro un possibile danno alle casse eraliali della regione, di oltre 121 milioni di euro. Per questo è stata informata anche la Procura regionale della Corte dei Conti. L'azienda sanitaria regionale in una nota si è dichiarata estranea ai fatti e disposta a collaborare. Dalle prime informazioni sembra che l'indagine riguardi fatti risalenti a 10 anni fa. L'Asur in un suo documento dichiara di essere a disposizione delle autorità inquirenti, per qualsiasi chiarimento necessario.

La Regione Marche il 30 dicembre 2017 assegna alla FIPSAS (Federazione Italiana della Pesca Sportiva ed attività subacquee) 58.000,00 euro per il Progetto sperimentale di monitoraggio e immissione di specie ittiche nelle acque interne della Regione Marcheche prevede un ripopolamento effettuato con popolazioni ittiche non autoctone .
L'art. 18 della legge regionale sulla pesca esprime “Non è consentita l'immissione nei corsi d'acqua di specie o popolazioni non autoctone, con la sola eccezione della carpa erbivora e della trota iridea”. C'era stato nel 2011 un tentativo di modifica per inserire in questo articolo la possibilità di immissione anche di altre specie, ma la corte costituzionale si impone e con una specifica sentenza del 2012 ne ha dichiarato l'incostituzionalità nella parte in cui consentiva l'immissione della trota iridea non autoctona (ribadita per il Fiuli Venezia Giulia nel 2017). Infatti il dispositivo abrogato è in contrasto con l'art 117 della costituzione, in quanto la competenza ambientale è in mano allo stato, sia con la norma europea sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.
Nel frattempo alcune province e università delle Marche e umbre si erano impegnate per il Progetto Life Trota, partito all’inizio del 2014 proprio per tutelare le ultime popolazioni native di trota mediterranea delle Marche. L'assessore ha contattato il ministro dell' ambiente, appellandosi alla tutela delle zone terremotate. Nel marzo 2018 viene emesso un ulteriore decreto che autorizza le gare di pesca previo uno studio, valutazione, in merito ai tratti fluviali e relative attività alieutiche.









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