lunedì 21 ottobre 2019

FOIA Italia : la trasparenza a casa nostra.

FOIA Italia : la trasparenza a casa nostra.

E' il decreto legislativo 33 del 2013 (1) che stando alla legge base, dovrebbe aprire i cassetti delle pubbliche amministrazioni per fornire a qualsiasi cittadino, senza che debba dimostrarne l'interesse, gli atti che chiede e che dovrebbero essere pubblicati. E' di questo periodo, l'intervento dell'ANAC (2), l'autorità anticorruzione che si occupa appunto dell'applicazione della norma, uno specifico intervento, che conferma la pubblicazione degli emolumenti percepiti dai dirigenti effettivi e dai facenti funzione. Questi avevano fatto ricorso all'imposizione della pubblicazione reddituale e la Corte Costituzionale aveva bocciato la delibera Anac nella parte che riguardava la pubblicazione patrimoniale. Anche Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha emesso la circolare n.1/2019 (3) che regola in dettaglio l'accesso civico, cioè la possibilità per il cittadino di fare richiesta di “atti , informazioni, documenti”.

Ma vediamo un attimo come funzione questa trasparenza.
FOIA è l'acronimo americano di Freedom Of Information Act (Libertà di informazione e diritto di accesso agli atti). Gli obbiettivi sono ambiziosi, se si pensa impostati sulla burocrazia italiana, un pachiderma difficile da smuovere e rinnovare: il cittadino che diventa il controllore dell'amministrazione, la trasparenza su tutti i documenti, atti, effettuati dagli enti pubblici e dai gestori privati, di servizi pubblici, obblighi di pubblicazione. A dir la verità due normative di accesso e di pubblicazione erano già presenti nel contesto normativo italiano: la L.241/1990 (4), sull'accesso documentale riservato per chi ha un diretto interesse nel procedimento, il Decreto Legislativo 195/2005 (5), sull'accesso e la pubblicazione dei dati ambientali, fra l'altro inserito esplicitamente all'art. 40 del decreto trasparenza.
Essendo coordinatore delle guardie volontarie del WWF Marche, tra i compiti del nostro regolamento c'è anche l'assistenza ai cittadini che si muovono nei meandri burocratici ambientali del territorio. Diverse quindi le richieste di accesso e trasparenza a servizio appunto delle persone che ci contattano: dalla costruzione di un impianto eolico, allo scarico di un allevamento, dai dati dell'acqua potabile, alla realizzazione di un impianto sciistico. Ed in tema di accesso agli atti e trasparenza in 40 anni di impegno ambientale, ho realizzato tanti interventi, da poter esprimere pareri e indicazioni, in riferimento non solo ad enti locali, ma anche statali.


Ne vediamo alcuni. L'accesso ambientale ad esempio chiede la pubblicazione in qualunque forma dello stato degli elementi aria, acqua, suolo, siti naturali, ogm, energia, rumore, radiazioni. Da tempo col Forum Beni Comuni PU, ci occupiamo della pubblicazione delle analisi dell'acqua potabile, che ci venivano date, ma non pubblicate, fra l'altro uno dei gestori idrici della provincia di PU, proprio non voleva. Eppure la Commissione UE nel rapporto per le modifiche di alcuni parametri di analisi delle acque del rubinetto presentato il 23 ottobre scorso (6) sottolineava che, la mancanza di fiducia nell'acqua potabile era dovuta anche, alla poca trasparenza delle analisi.
Abbiamo dovuto così diffidare direttore generale ASUR e ARPAM per ottenere, da quest'anno, la pubblicazione delle analisi dell'acqua di tutti i comuni delle Marche, sul sito Vesa Veterinaria e Alimenti (7).
Un impianto eolico nella regione Umbria a diretto confine con le Marche, proprio sulla dorsale appenninica, in zona ad alto interesse ambientale, proposto senza la dovuta pubblicazione, nonostante che il Testo Unico Ambientale del 2006, nella parte riguardante la Valutazione di Impatto Ambientale, preveda all'art. 24 comma 7, la divulgazione di tutta la documentazione attraverso sito della Regione. L'accesso civico alle cartelle è stato addirittura negato più volte e la mancata presenza del difensore civico regionale non ci ha aiutato, ma il tutto è servito per dare il diniego all'autorizzazione.
In tema energetico mi sono rivolto anche al GSE (8) Gestore dei Servizi Elettrici, per conoscere la produzione annuale di alcuni impianti eolici. Abbiamo chiesto l'accesso civico ai dati dell'impianto di cima Mutoli di Fossato di Vico (PG), che purtroppo ha cambiano spesso società di gestione. Ci rispondevano che non era disponibile, che la società non corrispondeva, per almeno 4 volte. La circolare della funzione pubblica prevede che l'amministrazione non precluda la risposta al cittadino, che fra l'altro può anche non essere preciso nella sua richiesta, ma instauri con lui una sorta di dialogo chiarificatore. Scritto questo, allegate coordinate geografiche, a Fossato di Vico c'è solo quell'impianto, ho avuto le risposte che cercavo.
Mi sono rivolto, anche all'INPS aiutato dal gruppo Trasparenza Siti Web Pubblica Amministrazione (9) ideato e proposto da Laura Strano, forte sostenitrice della trasparenza degli enti pubblici. L'art. 13 del decreto prevede la pubblicazione dell'organigramma dell'ente con la pubblicazione dei telefoni, poste elettroniche, istituzionali e dedicate. Ebbene, se si vuole parlare con un funzionario INPS della tua provincia, devi utilizzare il call center istituzionale, il centralino rimanda a questo, impossibile individuare un dirigente. Fatte per iscritto queste rimostranze, non siamo riusciti ad ottenere risposte specifiche.
Ci siamo occupati assieme al Forum beni comuni PU anche del Progetto del nuovo ospedale della nostra provincia realizzato con il project financing, ossia (per utilizzare l’espressione impiegata dal legislatore) la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione; ebbene la richiesta di accesso ai dati di progettazione ci è stata differita di qualche mese nel 2018, ma ancora dobbiamo avere i progetti richiesti come prevede la norma; su tale aspetto il compito della vigilanza è proprio dell'ANAC, per questo ho scritto e contattato telefonicamente più volte l'autorità ed il Presidente Cantone; nonostante le competenze e l'obbligo di dare risposte come una qualsiasi altra amministrazione, nessuna comunicazione e grande delusione.
Al dipartimento della Funzione pubblica spetta la vigilanza sulle risposte o non, ai cittadini, ma i loro tempi sono così lunghi che vanificano l'intervento. Nel social c'è anche chi commenta “Ne’ all’Anac ne’ a nessuno, sembra interessare che l’accesso civico generalizzato è a tutt’oggi una rarità da collezionisti.”
Non si tratta soltanto del funzionamento dell’amministrazione per un qualunque scopo, ma piuttosto del fatto che l’amministrazione deve avvenire in modo tale che le persone si sentano accettate nelle procedure amministrative, che si sentano apprezzate, che possano fidarsi del sistema amministrativo, che si sentano sicure e trattate giustamente e che siano ascoltate e che vengano accettate le loro legittime critiche. Si farebbe così un bel passo avanti verso il raggiungimento di ciò che significa davvero unire le persone...” (10). Parole giuste in qualsiasi contesto, che ci permettono di non abbandonare questo impegno, che avremo modo di approfondire ancora.



DEAD ZONE “Come gli allevamenti intensivi mettono a rischio la nostra salute e la sopravvivenza di molte specie di animali”

DEAD ZONE “Come gli allevamenti intensivi mettono a rischio la nostra salute e la sopravvivenza di molte specie di animali”

Il libro è organizzato come una sorta di percorso avventuroso, in varie parti del pianeta. Ogni percorso ha però la sua giustificazione scientifica, di indagine ambientale-faunistica, di ricerca del rapporto che esiste tra le specie animali selvatiche, l'ambiente dove vivono, la loro sopravvivenza e gli allevamenti intensivi. Non per niente ogni capitolo riporta il nome di un animale e attraverso la sua ricerca, l'autore trova le giustificazioni, per allargare il campo alle modificazioni ambientali imposte dall'uomo, con l'unico scopo del profitto a tutti i costi.
Nel leggerlo, mi è parso quasi una sorta di percorso romanzato, ma così ricco di note e di riferimenti a documenti da farmi cambiare idea: una ampia analisi che dimostra come il sistema attuale, di garantire carne a basso costo nei nostri supermercati, stia fortemente danneggiando non solo interi ecosistemi della terra, assieme ai cambiamenti climatici e la distruzione di interi habitat, col risultato di essere una delle cause di estinzione di molte specie animali.
Il primo capitolo intitolato “l'elefante” parla appunto di questi animali possenti usati nell'isola di Sumatra nelle coltivazioni della palma da olio. Dalla polpa rossastra, si ricava l'olio di palma, mentre dal nocciolo commestibile, si ottiene olio e farina di palmisto. Sempre più questi prodotti vengono utilizzati in Europa, Cina, Nuova Zelanda, come mangime industriale per animali allevati, con le conseguenze sull'habitat indonesiano, ormai ben chiare a tutti.
Nel capitolo “il bisonte” in Nebraska incontra distese di mais ogm, destinato a “nutrire il mondo”: il 40% agli animali ed il 40% trasformato in etanolo per fornire, mescolato alla benzina, il carburante delle auto. Eppure se tutti gli animali nutriti con cereali fossero riportati nei pascoli ed i cereali fossero destinati agli uomini, si potrebbero alimentare altri 3 miliardi di persone.
Nel capitolo “il gambero” c'è il cuore del titolo del libro “Dead Zone”, zona morta appunto; un viaggio nel New Orleans alla ricerca dell'autore di questo delitto. Una immersione su una zona del Golfo del Messico chiarisce, perché i gamberi incominciano a sparire ed i pescatori sono costretti sempre più ad allontanarsi dalla costa per la cattura dei crostacei. I fertilizzanti usati per le coltivazioni di mais, dilavati dalle sempre più frequenti piogge rilasciate dagli uragani, su terreni che perdono sempre più il loro humus, vanno a finire nel mare creando queste zone di morte prive di qualsiasi forma di vita.
Con “il pinguino” siamo in Sudafrica. La popolazione di questo caratteristico uccello, già messa in crisi dallo sfruttamento del loro guano nel passato, oggi rischia ancor di più, dalla pesca di piccoli pesci oceanici di cui si nutrono. La cattura di queste specie ittiche, ritenute minori o “spazzatura, destinate esclusivamente alla trasformazione in farina per l'alimentazione zootecnica, sta esaurendo questa risorsa. I pinguini sudafricani non sono la sola popolazione colpita dall'industria ittica destinata all'alimentazione: le popolazioni del Perù, delle Galapagos con i più piccoli pinguini al mondo, soffrono lo sfruttamento ittico.
L'ultimo capitolo “l'allodola” é dedicato all'Italia: Abruzzo, Gran Sasso, monti della Laga le mete per ricerche ornitologiche e non solo. Poi un salto sul delta del Po, informazioni sul tipico formaggio della zona di Mantova derivato dalla lavorazione del latte di mucca di cui solo il 30% libere di pascolare con dieta integrata da cereali e soia. La pianura Padana con circa 40 allevamenti biologici di vacche da latte, solo la metà di questi permette il pascolo all'aperto. Purtroppo i prati sono stati destinati alle coltivazioni intensive, come i cereali, usando pesticidi e fertilizzanti chimici, e solitamente sono gestiti in modo da essere tagliati spesso, non permettendo la cova degli uccelli e delle allodole. Quelle poche che prolificano sono situate vivono al delta del Po, il cui inquinamento è dovuto sostanzialmente all'agricoltura e alla zootecnica, con lagune diventate proprio dead zone. Ritornato in Abruzzo Philip commenta: “Giù nella valle in pianura, avevo visto una terra senza animali. Qui potevo vedere e sentire qualcosa di profondamente diverso, un assaggio di come potrebbe davvero essere la campagna, se solo glielo permettessimo”!
Philip Lymbery aveva già trattato questo argomento con i rischi sull'ambiente e alla nostra stessa salute nel libro “Farmageddon” selezionato dal Times tra i migliori libri del 2014. E' direttore generale del Compassion in World Farming (Ciwf), una ong che si occupa della protezione e del benessere degli animali di allevamento. E' stato importante il suo ruolo, nell'approvazione di alcune direttive europee, sul divieto delle gabbie per le galline ovaiole ed i recinti individuali per i vitelli. Nel 2015 ha ricevuto il premio “Colomba d'oro internazionale per la Pace” dell'Archivio Disarmo, per la sua insistenza per comportamenti consapevoli responsabili nei confronti del pianeta e di tutti gli esseri viventi.

Philip Lymbery “Dead Zone” “come gli allevamenti intensivi mettono a rischio la nostra salute e la sopravvivenza di molte specie di animali” Nutrimenti ed. Roma 2017, 19 €