sabato 16 marzo 2024

Partecipazione dei cittadini; no, si, mah...

 Partecipazione dei cittadini; no, si, mah...

Ho letto con interesse l’articolo di Alice Mauri sul Carlino di Pesaro di venerdì 15 marzo. Sul caso Riceci dove si titola “Aurora carica a testa bassa. Cacciate Pachiarotti rivogliamo Bartoli per decidere su Riceci”.

Al di là del caso, dove nessuno fa una bella figura, semplicemente assistendo alle varie convocazioni della commissione parlamentare antimafia, in queste decisioni dove i privati ovviamente fanno i loro interessi, c’è una figura profondamente dimenticata e bistrattata da tutti: i cittadini.

Nelle numerose decisioni che vengono proposte nel nostro territorio, cito alcuni esempi dalla cronaca, il digestore di Talacchio, l’impianto fotovoltaico di Sant’Angelo in Vado, la galleria della Guinza, il lago sul Candigliano, il metanodotto Brindisi Minerbio, ma anche l’antenna di Fiorenzuola, il nuovo laboratorio dell’Istituto zooprofilattico a Pesaro, il taglio improvvido di alberi, vedono i cittadini ribellarsi alle decisioni, sì imposte dall’alto, in maniera pragmatica senza un minimo di coinvolgimento pubblico.


Ho letto anche definire, in maniera poco analitica, dal una nota associazione ambientale, riguardo ai 5000 firmatari contro il digestore di Talacchio, di “scelta politica diversa” o anche tirare in ballo la solita sindrome di Nimby (dappertutto ma non nel mio giardino), il tutto per denigrare e sottovalutare la giusta opposizione dei residenti, ai progetti che li coinvolgono localmente, decisi da altri che abitano in tutt’altro territorio.

A Sant’Angelo in Vado il fotovoltaico è stato deciso dal dirigente provinciale, addirittura in piena difformità dalla norma sull’acceso agli atti del 1990 (1), che prevede il coinvolgimento dei confinanti interessati. La stessa cita “qualora da un provvedimento possa derivare un pregiudizio a soggetti facilmente individuabili, diversi dai diretti destinatari, l’amministrazione è tenuta a fornire loro, con le stesse modalità, notizia dell’inizio del procedimento”, mai avvenuta neanche nei confronti anche di Anas che lì gestisce la strada statale 73 bis. Nonostante tutto la ditta, qui ha richiesto al ministero, questi giorni, l’allacciamento alla sottostazione ENEL lì vicina.


Nel dialogare con la Presidente della Commissione ONU per la convenzione di Aarhus (2), per il fotovoltaico vadese, essa ha sostenuto che il caso era davvero interessante e che la partecipazione fa parte della più ampia schiera dei diritti umani. Va detto che questa convenzione, è diventata legge dello stato nel 2001 (3); la partecipazione rappresenta con l’accesso ai dati e informazioni, con una giustizia amministrativa agevolata, i tre pilastri fondanti della norma .

Eppure continuiamo ad avere autorizzazioni per motocavalcate nelle aree demaniali e aree Natura 2000, assegnate il giorno prima pubblicate il successivo, concessioni ai cacciatori dell’intera foresta demaniale di Monte Vicino per addestramento cani, senza far nulla sapere, anche per le associazioni che tutelano interessi collettivi, come il WWF.

Diversa è la situazione in caso di un progetto che richieda la Valutazione di Impatto ambientale, che spesso viene evitata dai committenti. In questo caso il pubblico deve essere coinvolto prima della fine del procedimento, le osservazioni dovrebbero essere prese in giusto conto ed inserite nella documentazione autorizzativa (4).

Molto interessante è una legge regionale del 2020 che prevede l’avvio di processi partecipativi per “atti normativi, progetti, procedure amministrative o scelte pubbliche su cui gli enti responsabili non hanno ancora assunto un atto definitivo (5).”

Per poter partecipare occorre conoscere gli atti delle amministrazioni pubbliche o dei gestori privati, equiparati per il servizio pubblico effettuato. In caso di diniego dei documenti richiesti, occorre creare giurisprudenza: infatti è possibile il ricorso al Tar “ in materia di accesso le parti possono stare in giudizio personalmente, senza assistenza del difensore” (6) e questo vale anche per i dati ambientali (7), dove il ricorso è del tutto gratuito mentre per il primo occorre pagare solo il contributo per lo Stato.


Molti enti pubblici si dimenticano ancora oggi, che la trasparenza è l’ordinario ed il diniego è l’eccezione.

Non è il caso dell’Unione Europea che quando si chiede un loro intervento risponde “ La ringraziamo per le sue osservazioni” o la stessa segretaria della commissione di Aarhus che si scusa per aver tardato di un giorno l’invio delle sue risposte.

Purtroppo penso che anche si professa politicamente per i più deboli e svantaggiati, cittadini, operai, debba rivedere le proprie politiche di di approccio verso le persone comuni.

E’ uno dei motivi che come coordinatore Guardie Giurate WWF Marche, spesso ho dato il contributo ai cittadini, che hanno problemi nei confronti di amministrazioni, progetti, scelte imposte.

Basta ricordare che l’accesso alle informazioni, è il primo passo per un cittadino consapevole, capace di dare dare il suo contributo verso la società in cui vive.


1) L. 241/1991 art. 7

2) Convenzione di Aarhus

3) L.108/2001

4) Direttiva2014/52EU

5) L.R. 31/2020

6) L. 241/1990 art 25 co. 5 bis art.23  D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104

7) D. Lgs 195/2005