sabato 2 agosto 2025

20.a Giornata del Creato

20.a edizione di settembre mese del Creato 

E’ stata lanciata dai vescovi italiani (CEI) l’iniziativa ecumenica di settembre del Creato. Siamo alla 20.a edizione promossa appunto nel 2005, ha attraversato ben 4 papi ed ora si presenta ricca di solleciti, contributi, sussidi, diversi per ciascuna delle 4 domeniche.

Tento un cenno ai Riferimenti Liturgici, che ciascuno di noi potrà leggere direttamente sul sito della Giornata del Creato, “Semi di Pace e di Speranza”. (1)

Nei suggerimenti per le omelie troviamo diversi spunti interessanti. Il 7 settembre con Luca 14, 25-35 si propone di rinunciare ai propri averi “appaiono uomini e donne che mostrano con la loro vita che è possibile accogliere e dare corpo anche a questa parola dura del Vangelo, ed è possibile qui e ora, per noi e non per altri. Ed è possibile farlo con la gioia nel cuore, come ha ben capito chi, indipendentemente dall’essere o meno battezzato, ritiene percorribile e auspicabile un cammino di decrescita felice(2). Papa Francesco nella Laudato sì, sottolinea “E’ importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose e anche nella Bibbia . Si tratta della convinzione che “meno è di più”

Per il 14 settembre l’Arcivescovado per le Chiese ortodosse russe in Europa Occidentale propone il Metropolita Kallistos Ware che scriveva: «Il nostro Salvatore è venuto a redimere, non solo l’umanità, ma l’intera creazione. Siamo davvero consapevoli di questo? Ricordiamo che non siamo salvati dal mondo, ma con il mondo?» i nostri giorni siano pieni di piccoli semi: una parola gentile, un gesto di cura verso un albero, un incontro che riconcilia, un sorriso che consola. In questi semi c’è già il Regno, nascosto ma vivo.

Il 21 settembre a cura di Ilenya Goss, pastore valdese presenta le parole del Salmo 112 dove troviamo consigli sull’uso della ricchezza in modo solidale e generoso.

La ricchezza di cui si parla è definita così non tanto perché sia stata guadagnata in modo disonesto,


ma per una duplice ragione: da un lato perché se osserviamo l’andamento economico del mondo vediamo oggi come ieri che la distribuzione è ingiusta, che la ricchezza è fonte di oppressione, causa fondamentale di sopruso, di distruzione di risorse sfruttate fino all’esaurimento e di tutti i danni che le attività umane su questo pianeta provocano; dall’altro perché l’attrazione per la ricchezza porta gli umani a mettere “Mamon”, il denaro, al di sopra del Signore,

Per il 28 settembre si propone San Giovanni Crisostomo, uno dei Padri e predicatori della Chiesa antica, il quale ci ricorda che non è sufficiente sfamare chi ha fame: occorre anche curarne le ferite. La vera carità non è un atto isolato o una semplice elargizione di beni, ma una relazione che si prende cura dell’interezza della persona, delle sue ferite visibili e invisibili, del suo bisogno di dignità e di amore.

Egli diventa anche simbolo della creazione sofferente: «La creazione attende con impazienza la manifestazione dei figli di Dio, perché la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla libertà della gloria dei figli di Dio».

La pace nasce dal costruire relazioni giuste e solidali, non solo tra di noi, ma anche tra l’uomo e la natura, riconoscendo in essa un dono sacro che ci è affidato per custodirlo e amarlo. La speranza si alimenta ogni giorno nei piccoli gesti: vivere con sobrietà, evitare gli sprechi, tendere la mano a chi è nel bisogno, con misericordia e attenzione.

Oltre alle proposte per le omelie vi troviamo Materiali per la didattica per bambini piccolissimi per fino a 6 anni, per la scuola primaria, per le medie, per le medie superiori per l’università, diversi tutti per le 4 giornate.


Numerosi i materiale di approfondimento. Si parla di Transizione energetica sostenibile Dobbiamo renderla "socialmente desiderabile” (A.Langer) senza dimenticare che c’è anche il rischio di “vincere lentamente, che equivarrebbe a perdere” (A.Steffen). Neanche la digitalizzazione aiuterà la transizione energetica, né quella ecologica, visti gli enormi aumenti di consumi energetici che serviranno per sostenere le società delle reti digitali, e tanto meno quella sociale, come dimostrano le diseguaglianze crescenti e il potere immenso che va concentrandosi nelle mani di pochi ricchi Comunità energetiche rinnovabili e solidali

Nel Laboratorio di formazione proposto dalla CERs si sostiene che una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è una forma partecipativa volta a promuovere lo sviluppo, la produzione, il consumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili con l’obiettivo principale di fornire benefici economici, sociali e ambientali al territorio in cui opera.

L’altro laboratorio propone un percorso sulla forza della crisi climatica che si traduce in siccità e inondazioni, perdita di biodiversità e aumento delle temperature, inquinamento dell’aria e dell’acqua (3) e consumo di suolo, le guerre in atto in diverse zone del pianeta, evidenziano la responsabilità (4) degli esseri umani nel contribuire agli abusi nei confronti dell’ambiente che ricadono sui più fragili e provocano forme di “deterioramento della qualità della vita umana e di degradazione sociale”.

Inoltre si propone il Tempo del Creato per rinnovare la nostra relazione con il nostro Creatore e tutto il creato attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno insieme. Uniti ai nostri fratelli e sorelle nella famiglia ecumenica nella preghiera e nell’azione per la nostra casa comune. Il Tempo inizia il 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, e termina il 4 ottobre, Festa di San Francesco d'Assisi.

Siamo arrivati alla 20.a edizione del settembre mese del creato voluto dai vescovi italiani assieme


alla chiesa ortodossa e protestante, per parlare, pregare, riflettere sul Creato nel senso più integrale possibile. Ora tutto questo dovrebbe essere un grido all’unisono udibile in tutte nostre chiese, parrocchie, diocesi. Eppure non è così. Le difficoltà più grosse si incontrano proprio sulle parrocchie che recepiscono questi messaggi con difficoltà, non ne vogliono parlare perché si rischia di essere tacciati da ambientalisti, perché le iniziative rischiano di sfociare nel sociale, perché questo non c’entra con la preghiera, c’è la paura della deriva panteistica. Eppure per il tempo del creato si fa riferimento al messaggio di Giovanni Paolo 2.o del 1990 “Pace con Dio Creatore , Pace con il creato”. Un testo con una carica educativa notevole, nel quale papa Wojtyla afferma: ”E’ il rispetto per la vita e, in primo luogo per la dignità della persona umana, la fondamentale norma ispiratrice di un sano progresso economico, industriale, scientifico.”; c’è “l’urgente necessità morale di una nuova solidarietà” e “l’urgente bisogno di educare alla responsabilità ecologica”. “La crisi ecologica-ripeto ancora-è un problema morale” e dove fare scuola di morale se non nelle nostre parrocchie?

1) https://unedi.chiesacattolica.it/giornata-del-creato-2025-2/

2) https://decrescitafelice.it/

3) https://www.dizionariodottrinasociale.it/Voci/La_gestione_delle_risorse_idriche_e_il_contributo_della_Chiesa.html

4) https://www.dizionariodottrinasociale.it/Voci/Cambiamento_climatico_e_sviluppo_umano.html


sabato 19 luglio 2025

MORALE ECOLOGICA

 

MORALE ECOLOGICA


Questi giorni in fatto di ecologia integrale, si sono aggiunti tasselli importanti.

Il Dicastero per il culto ha pubblicato la decisione di inserire nel Messale Romano il nuovo formulario della “Messa per la custodia della della creazione”. Il decreto (1) contenete anche le letture bibliche inizia con la frase di S. Agostino nelle Confessioni: “Le tue opere ti lodano, affinché ti amiamo e noi ti amiamo affinché ti lodino le tue opere”. Una iniziativa voluta da Papa Francesco e promulgata da Papa Leone 14.o, che l’ha celebrata, per la prima volta, il 9 luglio nel suo periodo di vacanza a Castel Gandolfo.

Fra le letture proposte spicca il vangelo di Matteo 6, 24-34 “… Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre...Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?” Un messaggio di fede nella Provvidenza del Dio Creatore. Il santo Padre ha aggiunto nell’omelia (2) “Tanti disastri naturali che ancora vediamo nel mondo, quasi tutti i giorni in tanti luoghi, in tanti Paesi, sono in parte causati anche dagli eccessi dell’essere umano, col suo stile di vita. Perciò dobbiamo chiederci se noi stessi stiamo vivendo o no quella conversione: quanto ce n’è bisogno!... in un mondo che brucia, sia per il surriscaldamento terrestre sia per i conflitti armati, che rendono tanto attuale il messaggio di Papa Francesco nelle sue Encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti. Possiamo ritrovarci proprio in questo Vangelo, che abbiamo ascoltato, osservando la paura dei discepoli nella tempesta, una paura che è quella di larga parte dell’umanità. Però nel cuore dell’anno del Giubileo noi confessiamo - e possiamo dirlo più volte: c’è speranza!...”

Papa Leone ha appena pubblicato, anche il messaggio (3) per la 10 giornata per la Cura del Creato sul tema “Semi di Pace e di Speranza”; questo messaggio accompagnerà le iniziative ecumeniche promosse dalla CEI del tempo del Creato che ha raggiunto la sua 20.a edizione sulla quale ritorneremo a parlarne.

Papa Prevost afferma: “Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche (cfr Esort. ap. Laudate Deum, 5), senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati. Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi.


È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene. E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della “terra bruciata”, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale.”

Non è certo questo, il compito cristiano del coltivare e custodire la terra. La giustizia ambientale rappresenta una immanente necessità che non è solo tutela ambientale, ma anche giustizia sociale, economica, antropologica. La cura del Creato dove i più deboli subiscono i danni devastanti dei cambiamenti climatici, della deforestazione, dell’inquinamento, diventa necessaria per passare ai fatti, proprio per il nostro credo in Dio Creatore.

“Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza.”


1) https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2025/07/03/0469/00856.html

2) https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/homilies/2025/documents/20250709-omelia-custodia-creazione.html

3)
 
https://www.vatican.va/content/leo-xiv/it/messages/creation.index.html


lunedì 23 giugno 2025

La partecipazione dei cittadini. Una chimera sempre più lontana?



La partecipazione dei cittadini. Una chimera sempre più lontana?

Nel corso di quest’ultimo anno sono stati depositati presso il Ministero dell’Ambiente, progetti per 236 aerogeneratori alti ben 200 m, disposti lungo l’appennino umbro marchigiano, di cui 107 nelle Marche. Sono i dati dei ragazzi della TESS (1) che seguendo tutti i procedimenti sui portali del MASE, delle regioni e province interessate, riportano con precisione meticolosa.

Ho partecipato all’inchiesta pubblica voluta dal sindaco di Apecchio PU, perché nel suo territorio sono previsti ben 3 impianti eolici, alcuni dei quali hanno localizzazioni coincidenti per gli aeromotori. Ho avuto modo di sentire le osservazioni debitamente registrate e dichiarate, di chi è il proprietario dei terreni, delle case interessate. Una signora, piangente e arrabbiata, è intervenuta sostenendo che a fatica è riuscita a sistemare la sua antica casa del ‘600 e vedeva passeggiare nel suo cortile i tecnici dell’impianto senza essere informata di nulla; un agricoltore aveva trovato nei suoi campi dei fuoristrada riconducibili alla ditta eolica; un giovane che sta sistemando la casa dei nonni per venire ad abitarci, vedeva nella vicina strada tecnici che telemetravano. Eppure nessuno è stato avvertito di quello che dovrebbe avvenire.

Ho sentito il sindaco di Mercatello sul Metauro PU, indignarsi perché sul suo territorio convergono tutte le linee elettriche degli impianti circostanti. Ha avuto la sfortuna di avere inserito ai confini con l’Umbria, una sottostazione a 132 mila volts, che permette così il convogliamento, come un hub unico, dell’elettricità prodotta. Terna proprietaria della stazione, aveva garantito che non avrebbe ingrandito, che anzi avrebbe mitigato con alberatura (non attecchita); l’elettricità arriverà anche dall’Umbria, dalla Romagna e dalla Toscana che ha deciso un parco eolico senza consultarli; alcuni aeromotori, coincidono col metanodotto Brindisi Minerbio e con la ormai famosa strada Fano Grosseto, tutte opere che sconvolgeranno i bellissimi territori dell’appennino centrale. Il tutto metterà in discussione la bandiera arancione, che questa cittadina ha faticosamente conquistato e i vari enti coinvolti dimostrano così di non parlarsi.


L’accesso agli atti detenuti dalle amministrazioni, ha dimostrato che la produzione eolica è troppo bassa nell’appennino marchigiano, non conveniente, perché non raggiunge il limite delle 2000 ore equivalenti. Infatti l’unico impianto esistente da 10 Mw in comune di Apecchio, ha dimostrato che in 9 anni di funzionamento, senza togliere l’energia di autoconsumo, ha raggiunto una produzione media di 1817 ore eq. all’anno, come se funzionasse ininterrottamente per 2,5 mesi alla massima potenza. Ci si chiede quindi perché non dare i contributi sull’energia prodotta, invece che, come avviene, sulla potenza installata?

Cosa sta accadendo? Il decreto sulle energie rinnovabili del 2003 (2) è stato modificato il 25 novembre 2024 nell’art. 12 che definiva alcune direttive di comportamento in merito agli impianti rinnovabili. La parte che prevedeva il rispetto degli aspetti storici, culturali, ambientali e paesaggistici è stata decisamente tolta, così come è stata eliminata la frase “svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità stabilite dalla L. 241/90”. A dire la verità questo non è che sia molto importante, dato che tale norma non solo dispone l’accesso agli atti, bensì anche tutte le procedure delle conferenze dei servizi che regolamenta. All’articolo 7, è ben citato che qualora l’amministrazione ravveda "altri interessati" quali vicini, confinanti ed espropriandi, questi devono essere avvisati del procedimento, come il committente. Le tavole catastali richieste al progettista dall’ente, permettono di riconoscere tutti i nominativi interessati. La scelta voluta dal governo, per favorire l’ingresso dei privati nella produzioni di rinnovabili, sta calpestando proprio il diritto partecipativo.

Si sta trasgredendo anche la legge che applica la Convenzione di Aarhus (3), che dichiara oltre l’accesso alle informazioni ambientali, alla giustizia amministrativa agevolata, la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che influiscono sull’ambiente.


Lo strano è, che se si va sul sito del MASE (4), lo stesso che autorizza questi mega impianti, a proposito, si può leggere: “La Convenzione di Aarhus rappresenta il principale strumento internazionale giuridicamente vincolante di attuazione e implementazione dell’idea di democrazia ambientale, collegando i diritti ambientali e i diritti umani. Introducendo tale collegamento diretto, la Convenzione di Aarhus rappresenta la più compiuta codificazione dei diritti di partecipazione del pubblico in materia ambientale a livello internazionale. L’articolo 1 “Per contribuire a tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere, ciascuna Parte garantisce il diritto di accesso alle informazioni, di partecipazione del pubblico ai processi decisionali e di accesso alla giustizia in materia ambientale in conformità delle disposizioni della presente convenzione” contiene l’impegno a garantire alle generazioni presenti e future il diritto di vivere in un ambiente salubre, insieme a tre diritti ambientali procedurali: l’accesso alle informazioni ambientali, la partecipazione pubblica e l’accesso alla giustizia in materia ambientale.”

Se vogliamo essere più approfonditi, possiamo scaricare il rapporto sulla attuazione della convenzione di Aarhus (4), il quinto disponibile, vi possiamo leggere che le norme che la rendono operativa sono la L. 241/90 nominata ben 11 volte, nonché il D.L.vo 195/2005 (5) sull’acceso ai dati ambientali, citato 8 volte. Quindi il tutto conferma l’applicabilità dell’art. 7, su scritto.

Eppure i diritti partecipativi rientrano nella grande schiera dei diritti umani.

1) https://www.coalizionetess.com/

2) https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2003;387

3) https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2001-03-16;108!vig=

4)https://www.mase.gov.it/portale/documents/d/guest/2021-0611_quinto_aggiornamento_aarhus-pdf

5)https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2005-08-19;195%21vig=

sabato 17 agosto 2024

Carissimo consigliere regionale Giacomo Rossi

Carissimo consigliere regionale Giacomo Rossi,

leggo con rammarico che continui ad affermare che le guardie volontarie sono degli sceriffi. Non ti è bastato dirlo in aula regionale, lo scorso anno, assieme al consigliere Cancellieri Giorgio.
Imperterrito continui a mettere in discredito l’attività di tutti i volontari che si occupano di far rispettare le leggi che tutelano l’ambiente nel suo complesso.
Siete stati così bravi da non approvare neanche il corso GEV effettuato con l’Università di Urbino, per un cavillo di parole sostenuto dalla Provincia di Pesaro, quando questa già dal 2015 (1) non poteva più fare corsi di formazione, perché tali compiti erano ritornati alla Regione.

La vigilanza volontaria è riconosciuta da leggi statali dal lontano passato, perché si riconosceva da allora l’importanza del servizio delle guardie nei rispettivi compiti: la pesca dal 1931, la zoofila dal 1913, le erbe officinali dal 1931, per finire la caccia dal 1992, i tartufi dal 1995, i funghi dal 1985.
Il servizio che si effettua è riconosciuto di pubblica utilità (2) ed ogni interruzione o turbamento è punito col il 340 del codice penale (3) . Addirittura nella zoofila e nella pesca abbiamo le funzioni di polizia giudiziaria. Ciò significa che se non facciamo rispettare le norme trasgredite, possiamo essere accusati di “omissione di atti di ufficio”. Qualche sindaco me lo ha detto apertamente: “Quando andate in vigilanza prima avvisate, poi se ci ritornate e non è a posto sanzionate”. Ma non è così , specialmente se ci sono persone, se la trasgressione è evidente.
Questa tua cocciuta insistenza sui sceriffi, ci mette in cattiva luce; ci hai pensato che può essere motivo per aumentare i rischi che andiamo ad incorrere durante i servizi?
Qualche giorno fa in un’area riservata di raccolta tartufi un bracconiere ci ha spintonato, alzato contro la vanghella, scagliatoci contro la cancellata e non ha voluto fornirci i suoi dati né quelli dei suoi cani. E noi lì a far rispettare le norme, che regolano prima di tutto il nostro vivere civile.

Per il 2023 sono stati inviati al Questore i seguenti servizi: con attive 18 guardie, 321 servizi per 963 ore complessive. Hanno percorso 11376 km, controllato 20 persone ed effettuato 13 verbali amministrativi per un importo totale di 3748,75 €. Come fai a continuare nel dire che siamo sceriffi?
Controlliamo il territorio questo sì! Non ho chiesto 30.000 euro alla Regione. Quello è il contributo da voi dato alla Provincia per la formazione delle guardie (tutte) che la stessa non può più fare. Gustoso, no! Chiederò con accesso civico per capire che fine hanno fatto. Ho invece richiesto alla Regione il rimborso di 5000 euro di benzina questo sì. Parli delle GEV, ma vorrei ricordarti che la loro istituzione con legge regionale è servita alla Regione per dimostrare di garantire la vigilanza ambientale richiesta dall’Unione Europea. La stessa norma prevede il finanziamento delle GEV, anche il vestiario, il materiale, le assicurazioni che stiamo pagando tutto noi (4) , col contributo del 5x1000 che la gente ci da , riconoscendo il nostro servizio; quest’anno è arrivato a 3420 euro. 
Sei riuscito a dare alla speleologia 40.000 euro perché era una legge che finanziava la Regione, perchè quella delle GEV no? Il tuo ufficio è stato il primo contattato per la modifica della legge, tanto speravamo in te!
Ti abbiamo aiutato per le leggi dei funghi e tartufi che hai entrambe dovuto correggere, anche se le sanzioni sono rimaste abbassate (5). Continuerai a darci dei sceriffi? Nel caso useremo la pazienza e li metteremo tra i tanti ragli che trasgressori, antagonisti, superficialoni, ci scagliano contro.
 

mercoledì 7 agosto 2024

La catechesi ambientale negli scouts.

La catechesi ambientale negli scouts.

Mi permetto di intervenire, da capo a disposizione che ha partecipato, assieme al Capo Gruppo Francesco, all’incontro dello scorso giugno, promosso dalla zona di Pesaro con gli eccezionali don Sandro e don Andrea, rispettivamente vescovi di Pesaro e Fano, sulla catechesi proposta dal Progetto Emmaus. Avendo lasciato la direzione del gruppo di Sant’Angelo in Vado nel 2007, non ho vissuto le trasformazioni in atto nella nostra associazione, se non marginalmente e attraverso le letture di Proposta Educativa e Servire.

Vorrei fare alcune riflessioni sulla catechesi, senza togliere nulla al Progetto Emmaus, se mai le ritengo, più riconducibili alla nostra formazione.

Da Taccuino di BP si legge “Ma la sua religione può non essere riconosciuta da tutti: non è una religione come le altre, non è stata formulata dall’uomo, ma è il naturale risultato della sua costante comunanza con la natura…Egli si rende conto che la felicità si conquista superando le difficoltà, ma che la vita è vuota e insoddisfacente se si lavora solo per se stessi: che il servizio agli altri dà la più grande soddisfazione”.


Certo parole del 1918 eppure...leggiamone alcune più recenti.

Sta così formandosi una coscienza ecologica, che non deve essere mortificata, ma anzi favorita, in modo che si sviluppi e maturi trovando adeguata espressione in programmi ed iniziative concrete...Non pochi valori etici, di fondamentale importanza per lo sviluppo di una società pacifica, hanno una diretta relazione con la questione ambientale...E Dio vide che era cosa buona. Ma quando, dopo aver creato il cielo e il mare, la terra e tutto ciò che essa contiene, Iddio crea l'uomo e la donna, l'espressione cambia notevolmente: - E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona-...Queste considerazioni bibliche illuminano meglio il rapporto tra l'agire umano e l'integrità del creato. Pur riconoscendo l'utilità pratica di simili misure, sembra necessario risalire alle origini e affrontare nel suo insieme la profonda crisi morale, di cui il degrado ambientale è uno degli aspetti preoccupanti...Ciò ha messo crudamente in rilievo come ogni intervento in un'area dell'ecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre aree e, in generale, sul benessere delle future generazioni...Ma il segno più profondo e più grave delle implicazioni morali, insite nella questione ecologica, è costituito dalla mancanza di rispetto per la vita (nella sua globalità n.d.a.)...D'altra parte, la terra è essenzialmente un'eredità comune, i cui frutti devono essere a beneficio di tutti...


I concetti di ordine nell’universo e di eredità comune mettono entrambi in rilevo che è necessario
un sistema di gestione delle risorse della terra meglio coordinato a livello internazionale. La crisi ecologica pone, in evidenza l'urgente necessità morale di una nuova solidarietà...Ma c'è un'altra pericolosa minaccia, che ci sovrasta: la guerra...La società odierna non troverà soluzione al problema ecologico, se non rivedrà seriamente il suo stile di vita… C'è dunque l'urgente bisogno di educare alla responsabilità ecologica: responsabilità verso se stessi; responsabilità verso gli altri; responsabilità verso l'ambiente… Non si può trascurare, infine, il valore estetico del creato. Il contatto con la natura è di per sé profondamente rigeneratore, come la contemplazione del suo splendore dona pace e serenità...Oggi la questione ecologica ha assunto tali dimensioni da coinvolgere la responsabilità di tutti… La crisi ecologica - ripeto ancora - è un problema morale.” (1)

Perdonatemi questa riduzione di un messaggio ben più importate nella sua totalità. “Pace con Dio Creatore Pace con il Creato 1990 di San Giovanni Paolo 2°. Ha 34 anni ed è ancora attualissimo nella sua proposta etica e perché no, catechetica. Questa catechesi ambientale da sviluppare, che la fantasia scout non temerà sicuramente di affrontare, ma che potrà certamente distribuire nei tre grossi momenti dello sviluppo scout: l’ambiente fantastico, l’area delle esperienze proposte, il momento dell’agire e delle scelte. D’altra parte non possiamo avere timori, sostenuti dalla più recente enciclica Laudato sì, (2) molto più dettagliata, dal successivo continuo, l’esortazione apostolica Lodate Dio del 4 ottobre 2023 (3) più specifica e dal più giustificativo al fine teologico, discorso sulla giornata del creato 2024 del 27 giugno 2024 (4).


Vi chiederete perché i nostri vescovi, i nostri parroci, non ne parlano. Intanto non è proprio cosi. La CEI, a Vicenza il 4 marzo 2023, ha organizzato il Convegno nazionale “Era cosa molto buona – Custodire le nostre terre: salute, ambiente, lavoro” (5) per parlare dei problemi legati anche alla loro zona dove le Mamme No Pfas si battono per vietare i prodotti perfluoro alchilici, usati anche per impermeabilizzare le nostre tende ed i nostri capi di abbigliamento tecnico, interferenti endocrini persistenti, che abbandonati in falda hanno compromesso l’acqua potabile di 350.000 abitanti. C’è poi anche il movimento mondiale Laudato sì, di cui sono animatore assieme ad altri di Pesaro: una valida iniziativa per stimolare interventi nel settore dell’enciclica. Poi ogni settembre è proposto dalla CEI, come mese per la cura del creato, con tanto di documentazione, ormai da ben 19 anni (6).

Che dirvi, sul mancato stimolo da parte della struttura clericale: c’è una, non tanto velata, paura di una deriva panteistica di questo aspetto (la Terra adorata come una dea), qualche vescovo, ha scritto dei libri in tal senso. C’è anche un mancato approfondimento dei nostri sacerdoti, su questi temi considerati di altri. Il mio giovane parroco sostiene il far basta con le parole, di voler conoscere cosa fare e gli ho proposto di incontrarci, per conoscere le parole e tradurle in azioni: “Sperare per agire” (4), è il motto del messaggio del creato di quest’anno.


A volte penso che molte proposte di tutela della vita, sanno di fariseismo; noi sempre pronti a tutelare la vita all’inizio ed alla fine, che ci dimentichiamo del durante. Che dire dell’inquinamento atmosferico che in Italia provoca 80 mila morti all’anno (dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente) ben di più degli aborti annuali, o i dati di AIRTUM registro tumori, che addebita all’inquinamento ambientale il 30% delle patologie, o anche l’aumento del 15 % delle neoplasie, a Taranto, nei ragazzi.

Credo che la scelta di una catechesi ambientale sia piuttosto interessante, se pensata ad una ecologia integrale a 360°.

Già la Centesimus Annus (1991) (7) allarga decisamente gli ambiti di intervento (par. 36-37-38): qualità delle merci, il fenomeno del consumismo, abitudini di consumo e stili di vita, investire in un settore produttivo piuttosto che in un altro come scelta morale e culturale, salvaguardare le condizioni morali di una autentica ecologia umana, difendere i beni collettivi.

Per noi più adulti rimangono imperterrite le parole di S. Giovanno Paolo 2° dette ai giovani a Ravenna in piena esplosione del reattore nucleare di Chernobyl,13 maggio 1986 “Sempre ogni generazione sperpera e guadagna a svantaggio e danno delle generazioni future.” (8)

Se non apriamo noi scouts a questa catechesi ambientale, come pietra di inciampo, come prua che apre le acque per l’intero scafo, chi potrà farlo?

Vi invito a rifletterci.

Buona strada!

1) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/messages/peace/documents/hf_jp-ii_mes_19891208_xxiii-world-day-for-peace.html 

2)  https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

3) https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/20231004-laudate-deum.html

4) https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/cura-creato/documents/20240627-messaggio-giornata-curacreato.html

5)  https://salute.chiesacattolica.it/era-cosa-molto-buona/

6)  https://lavoro.chiesacattolica.it/19a-giornata-per-la-custodia-del-creato-1-settembre-2024/

7) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_01051991_centesimus-annus.html

8) https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1986/may/documents/hf_jp-ii_spe_19860511_ippodromo-ravenna.html

lunedì 8 luglio 2024

Onorevole Antonio Baldelli in visita all’Oratorio

Onorevole Antonio Baldelli in visita all’Oratorio di Sant'Angelo in Vado


Ho conosciuto Antonio Baldelli quando altri governavano la regione e ci avevano ostacolato nella vigilanza ecologica di cui faccio parte e lui ci ha suggerito interventi; oggi che loro governano la regione, si comportano, sempre nei confronti delle guardie volontarie, come gli altri di allora. L’ho sentito parlare ad Acqualagna ad un convegno sulla legalità ed ho ammirato la sua eccezionale capacità di oratore.


Ho saputo dai social, della sua venuta a Sant’Angelo in Vado, per parlare ai giovani dell’oratorio.

Mi è apparso subito una stranezza educativa, poco opportuna in un luogo dove si fa educazione, improvvisata, non programmata o quanto meno non rientrante in un quadro formativo preparato.

Mi sono chiesto che cosa sarebbe accaduto, se avessi fatto venire Marta Ruggeri consigliere regionale (le mie conoscenze non mi permetto deputati o senatori); sarebbe stata accettata alla pari?

Questo non significa che non apprezzo il lavoro che si fa all’oratorio; ho collaborato in questi anni al Grest con il laboratorio di mani abili, senza chiedere alcunché, quest’anno non sono stato chiamato.

Come capo scout a disposizione, ogni tanto sono sollecitato a sostituire qualcuno, negli incontri fatti con le associazioni locali.

In 40 anni di attività scout, non ho mai utilizzato l’associazione per indirizzare a scelte partitiche: negli anni ‘80 sono stato accusato di portare i giovani verso i Verdi del sole che ride (allora partito) mentre chi mi accusava, aveva arbitrariamente fatto le tessere del partito di maggioranza ai giovani scouts.

Questo certamente non significa disimpegno sociale: le scelte di aiutare i deboli, dedicarsi al servizio verso il prossimo, lasciare meglio di come abbiamo trovato, sono attività che aiutano anche a chi le compie, aggregano, si fanno amicizie e strade insieme.


Papa Francesco alla 50.a settimana sociale, da poco conclusasi, fa l’appello ad una assunzione di responsabilità per “costruire qualcosa di buono nel nostro tempo”, dando “attenzione alla gente che resta fuori o ai margini dei processi”. Pensando anche alla poca partecipazione elettorale, aggiunge “È evidente che nel mondo di oggi la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo.”

Nel messaggio per la giornata del Creato di fine giugno sottolinea anche: “Sperare e agire con il creato significa anzitutto unire le forze e, camminando insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, contribuire a «ripensare alla questione del potere umano...siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza»

Ecco che allora la tutela del Creato, diventa la catechesi da proporre ai giovani. Gli aspetti della “ecologia integrale” di papa Francesco sottolineati nella Laudato sì, aprono un settore a 360 gradi, si può proporre di tutto, ma chissà perché, si hanno remore nella sua applicazione; ecco che qui le associazioni giovanili cattoliche potrebbero essere di stimolo ad una chiesa ritualista ancorata alle paure panteistiche. Fra l’altro come sottolinea spesso un mio collaboratore, l’ambiente non ha colore, è di tutti! Ne va la nostra stessa vita, che va difesa sempre. Alla via Crucis della Metola, dove ho partecipato, in ben due stazioni si è sottolineato il problema degli aborti. Sono circa 66 mila quelli praticati, ma le morti in Italia per inquinamento atmosferico, dai dati dell’agenzia dell’Ambiente europea sono 80 mila; nel Veneto l’inquinamento dell’acqua potabile da sostanze perfluoro alchiliche PFAS, interessa 350 mila abitanti.


C’è da chiedersi, come chiesa locale, come ci stiamo preparando per settembre 19.o mese dedicato alla tutela del Creato?

Le agenzie educative come gli scouts, l’oratorio, la stessa scuola, devono essere attente quando propongono scelte o aspetti più partitici. I ragazzi che curano sono figli degli abitanti del luogo e qui da noi, lo abbiamo visto, siamo divisi pressoché a metà, dobbiamo quindi evitare, da educatori, di stimolare ancor più le divisioni. Per carità, non dico che l’incontro con l’onorevole Baldelli non sia stato utile, non sia servito, don Igino citava spesso Bernanos “tutto è grazia”, quindi tutto serve, ma lo ritengo davvero inopportuno.


mercoledì 19 giugno 2024

Le Guardie Ecologiche approfondiscono il sistema sanzionatorio

Guardie Ecologiche in aggiornamento sulle sanzioni.

Domenica 16 giugno, presso la stazione ferroviaria di Fermignano, il Raggruppamento GEV PU ha incontrato per approfondimenti legislativi, il Comandante della Polizia locale di Porto S.Giorgio, Giovanni Paris.


Il comandante ha già tenuto approfondimenti per il raggruppamento sin dal 2007,  primi anni di operatività dell’associazione. È membro fondatore dell’Accademia di Polizia Locale (1) di Porto Sant'Elpidio, che ha lo scopo di mantenere informati gli agenti alle recentissime sentenze.

Si è trattato di aggiornare le guardie volontarie, alle disposizioni di legge che devono applicare in occasione di trasgressioni e violazioni ambientali. Si è parlato di modalità di accertamento, di contestazione delle infrazione, di notifica delle stesse, di rapporti con gli uffici contenzioni presso i comuni e gli enti delegati dalle stesse normative. A tutt’oggi abbiamo avuto alcune archiviazioni non comunicate (2) , o anche impropriamente avviate. Gli uffici spesso fanno riferimento ai 5 anni (3) di scadenza, per recepire le somme delle sanzioni, mentre in realtà i procedimenti dovrebbero essere il più veloci possibili e se necessario arrivare al termine quinquennale, dovrebbero essere giustificati (4).

Ecco perché è necessario che le guardie volontarie sappiano correttamente ciò che il sistema sanzionatorio preveda e quindi dovrebbero seguire il procedimento fino al suo termini, non bastando più limitarsi a verbalizzare la sanzione.


Si è parlato quindi di verbale di rapporto ovvero, la “fotografia” descritta di ciò che è accaduto, di scritti difensivi da parte dei trasgressori, di sanzioni da applicare, un terzo del massimo previsto o il doppio del minimo (5) , quello più conveniente per chi ha commesso l’illecito. Se poi il trasgressore, nei 5 anni successivi, ricade nello stesso illecito, si ha per lui la cosiddetta “reiterazione” o recidiva (6), si ha un rafforzamento delle sanzioni e la eventuale perdita delle licenze e autorizzazioni.

Il Raggruppamento GEV in questo momento ha acquisito altri due automezzi, per la vigilanza e Protezione Civile, ma ha le risorse limitate, affidate gran parte al 5x1000, non ricevendo dalla Regione alcun finanziamento, neanche per il carburante usato. Anzi dalla Regione ci dicono “sceriffi” (7), senza considerare che queste affermazione, oltre che essere denigratorie, rafforzano i rischi cui sono soggette le guardie nella vigilanza. Continuano le difficoltà di acceso alle documentazioni delle amministrazioni. A seguito di un nuovo decreto, la vigilanza zoofila effettuata anche dalle GEV, viene penalizzata nella


documentazione, presente a livello nazionale, dell’anagrafe degli animali di affezione. Oggi quella banca dati, dietro rilevamento del microchip, permette solo di vedere il nominativo del proprietario del cane, negando tutti gli altri dati a motivo che il benessere animale,  che è assegnato ai soli veterinari pubblici. Non sarebbe un grande problema, facendo le opportune richieste al servizio veterinario dislocato negli ambiti provinciali. Eppure difficoltà, ostruzionismo, riferimento alla privacy, dilazione temporale, non ci permettono di essere tempestivi negli accertamenti, nonostante che, nella vigilanza zoofila, le guardie abbiano le funzioni di Polizia Giudiziaria. 

Peccato, perché se si fosse più collaborativi, con anche azioni congiunte, si sarebbe più efficaci nella vigilanza del territorio, scopo prioritario della nostra giornata di approfondimento.

  1) https://accademiapolizialocale.wordpress.com/2024/05/22/sanzione-proporzionale-e-pagamento-in-misura-ridotta-ex-art-16-l-689-81-cass-civ-vi-03-05-24-n-11921/

2) Art 17 L. 689/1981

3) Art. 23 della L. 689/1981

4) https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=2021&numero=151

5) Art. 16 L. 689/1981

6)  Art. 8 bis della L. 689/1981

7) guardare da 1.34 a 3.00 ore si parla delle GEV

martedì 21 maggio 2024

La nuova Fano Grosseto sotto la lente della Commissione di Aarhus

 La nuova Fano Grosseto sotto la lente della Commissione di Aarhus

Mercatello sul Metauro è un piccolo paese dell’entroterra urbinate, a 430 metri di quota ed a ridosso della dorsale appenninica centrale. Chi arriva in questa piccola città di 1360 abitanti, non può che notare l’operosità dei suoi cittadini per proporre il loro territorio: Bandiera arancione del Touring club per la qualità turistico-ambientale, bandiera Gialla per accoglienza e servizi al turismo in movimento, targa de I borghi più belli d’Italia. Vanta anche l’esser stato paese natio di Santa Veronica Giuliani, dottore della Chiesa e di Santa Margherita della Metola, protettrice delle persone diversamente abili.

Eppure una spina nel fianco ce l’ha: la grande incompiuta, la superstrada Fano Grosseto.

Iniziata nel 1990 con il ministro Prandini, realizzata con poco rispetto ambientale, il fiume diventava color latte per oltre 20 chilometri fino ad Urbania; la ditta di allora finì in tribunale, il WWF si costituì parte civile, ma il direttore dei lavori patteggiò. La strada riprese qualche anno dopo, per alcuni chilometri fermandosi alle porte del paese, in una strettoia difficilmente risolvibile, con una rupe sovrastante su cui è alloggiato l’acquedotto cittadino ed un precipizio sul fiume.

Oggi c’è un tentativo di apertura, ma in modalità cantiere, in un solo senso di marcia (verso l’Umbria) per soli 2000 auto giornaliere, con la strada del tratto umbro, non autorizzata per i lavori, dalla provincia di Perugia, perché a carreggiata troppo stretta. La piccola strada comunale della Guinza, diventerà la Fano Grosseto che si verserà al centro di Mercatello, sulla statale 73 bis.


Il fatto è che per questo nuovo progetto voluto dall’attuale Giunta Regionale, ha attuato un tracciato diverso dal progetto iniziale. L’Anas, che dirige i lavori, ha già fatto nuovi espropri: una casa abitata si trova col terreno requisito dal vecchio tracciato nella parte superiore ed davanti preso dal nuovo progetto. Non sono state tenute in conto le osservazioni effettuate, anzi non figurano affatto negli atti. Un altro proprietario ha proposto, al taglio di oltre 100 piante centenarie, di spostare a monte la nuova strada “Tanto la proprietà è sempre la mia, salviamo le piante” ha detto ai tecnici Anas intervenuti sul posto. Inascoltato!

Così alcuni abitanti di Mercatello, interessati al proprio territorio, si sono riuniti in comitato, Voci dalla Valle, hanno fatto incontri gremitissimi di persone, anche di altre cittadine limitrofe e hanno preso in considerazione di appellarsi alla Commissione di Aarhus presso la corte dei diritti dell’Uomo dell’ONU a Ginevra (1). 

A metà di giugno avranno una videoconferenza proprio con la Commissione per difendere il loro diritto partecipativo. A dirla tutta la Convenzione di Aarhus, è stata recepita in Italia come legge, nel 2001 ed in Europa come direttiva con proprio regolamento del 2006 e prevede, oltre l’accesso alle informazioni ambientali e alla giustizia amministrativa facilitata, anche la partecipazione dei cittadini ai piani e atti che coinvolgono l’ambiente, prima che questi terminino l’iter.

Tutto questo però risulta poco considerato da qualsiasi amministratore e manca da parte loro, una vera abitudine al confronto con i cittadini.

Ecco che allora, sempre Mercatello sul Metauro, è interessato dal metanodotto Brindisi Minerbio, nel tratto Foligno Sestino (2), che taglierà perpendicolarmente proprio il tracciato della Fano Grosseto.

Il gestore idrico Marche Multiservizi, ha proposto la realizzazione di un lago per fini potabili, proprio nel confine di Mercatello con l’Umbria. Diverse scosse di terremoto, con epicentro nei pressi della presunta diga, pare che abbiano fatto rinunciare al progetto (3).

Un impianto eolico a Sestino (AR) interessa diversi comuni compreso Mercatello. Sono 6 aeromotori con colonna da 125 metri di altezza e pale da 77 metri con potenza da 5 Milioni di Watt ciascuno (4).

Tutto questo contro 1360 abitanti nell’entroterra urbinate, nascosti tra le pieghe dell’Appennino; cosa può tutelare questi cittadini, se non la partecipazione, espressa dalla convenzione di Aarhus?



1) https://unece.org/env/pp/cc/pre.accc.c.2024.209_italy

2) http://www.ato1acqua.marche.it/atomarchen1/po/mostra_news.php?id=55&area=H

3) https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/160

4) https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/10497/15536

Foto tratte dalla Pagina FB di Voci della Valle; cartellonistica da Google Maps

 

 

lunedì 20 maggio 2024

Pentecoste alla Madonna dei Sodi per la discarica di Riceci


Pentecoste alla Madonna dei Sodi per la discarica di Riceci

Domenica 19 maggio si è tenuto un incontro per sensibilizzare sulla situazione della discarica di Riceci. Proposto e condotto dal Movimento per la Laudato si. Si tratta di una organizzazione mondiale cattolica nata a seguito dell’Enciclica di Papa Francesco.

Il circolo Laudato sì di Pesaro, animato da Elisa Borselli, ha sollecitato un incontro presso l’edicola della Madonna dei Sodi, arrivandoci a piedi dalla antica parrocchia di Riceci che prima del 1954 era il riferimento spirituale per gli abitanti del Gallo. A condurre questo percorso c’é stato il vescovo di Pesaro Sandro Salvucci. Tantissime le persone presenti da riempire tutto il piazzale dell’edicola. Mons Salvucci ha officiato la santa Messa animata, dal coro di Sant’Angelo in Lizzola e dai ragazzi della parrocchia del Gallo.


Nell’omelia il vescovo ha fatto diversi riferimenti allo Spirito della Pentecoste e come questo è sceso a rinnovare la terra; una terra alle prese con la guerra, distruzioni, alterazioni ambientali. Ha messo in evidenza il motto francescano “Laudato sì per tutte le tue creature”, e che dobbiamo lodare Dio per riconoscerlo nelle sue creature. Lo Spirito che con un soffio crea e che ci guida alla verità, più vuoi essere un uomo felice e più la devi possedere. Satana il nemico, ci illude facendoci credere dei piccoli padroni del mondo, vogliamo possedere e accumulare denaro e se c’è qualcuno di ostacolo, nasce la violenza che tende ad eliminare. Lasciatevi guidare dallo spirito di verità, alle opere della carne si oppongono le opere dello Spirito, L’amore è un dono non un possedimento, è una grazia dono dello Spirito e i doni di Dio sono per tutti. E’ necessario abitare la terra con rispetto, pensando anche cosa lasciamo alle generazioni future e siamo fatti per vivere come fratelli. E’ la seconda volta che il vescovo viene alla madonna dei Sodi e aggiunge che questo luogo sia un presidio per la tutela e rispetto del creato, impariamoci a rinnovarci in tal senso è questo lo Spirito che rinnova.

Puoi cambiare il mondo partendo dai tuoi stili di vita personali abitudinari. Proviamo a migliorali con piccoli gesti domestici; sono piccole gocce di vita nuova e di speranza. Se ognuno di noi fa qualcosa potremo fare tutti molto.

Interessanti anche le intenzioni dei fedeli proposte dai ragazzi: non pensiamo di confinare la natura nel nostro giardino; impegniamoci nella ricerca di un modello veramente circolare di produzioni che ci assicuri risorse e preservi il patrimonio naturale per le generazioni future; non illudiamoci di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi; la terra ci precede e ci è stata data. Le leggi possono essere redatte in forma corretta, ma spesso rimangono lettera morta o sono eluse con furbizia. Se i cittadini non controllano il potere politico nazionale, regionale, locale, neppure è possibile un contrasto ai danni ambientali.


I numerosissimi presenti hanno dimostrato di essere fedeli sensibili alla problematica della discarica. L’ecologia è una degli aspetti che via via sta prendendo corpo anche nei fedeli cattolici.

La partecipazione del pubblico agli atti e processi che coinvolgono l’ambiente è sancita da diverse leggi nazionali e europee. La convenzione di Aarhus è stata recepita come legge nel 2001ed ha tre colonne fondamentali: l’accesso all’informazione ambientale, la giustizia facilitata e la partecipazione del pubblico. Va infine ricordato, che la partecipazione fa parte della grande schiera dei diritti umani, che sono anche diritti etici.