Sei torri eoliche a Mercatello sul Metauro.
Un impianto eolico da 36 Megawatt composto da sei torri è in fase di valutazione ambientale presso in Ministero dell’Ambiente da installare nel comune di Mercatello sul Metauro. Sono colonne alte 125 m. e con le pale rotanti lunghe 75 m.
Il sindaco di Mercatello, in un incontro pubblico svoltosi il 16 maggio, ha detto che il campanile della Collegiata è alto 24 m; per fare i dovuti raffronti, ce ne vorrebbero 8 per arrivare all’altezza degli aeromotori. La sua preoccupazione, è anche per gli innumerevoli impianti proposti nell’Appennino centrale: tre da Apecchio, Badia Tedalda, Sestino Casteldelci le cui linee elettriche, converranno tutte alla Centrale dei Laghi sopra la Guinza, come una sorta di hub energetico, il tutto ovviamente, senza che si abbia il tempo di fare le osservazioni studiare gli atti: un mese giusto per la scadenza dei rilievi.
Si consideri, che il Metanodotto che da Sulmona raggiungerà Sestino, con una pista larga 40 m, passa proprio sopra il sesto aeromotore, segno anche di un mancato collegamento tra i vari enti e gestori. Assieme alla problematica Fano-Grosseto, Mercatello rischierà di perdere così la sua Bandiera Arancione (1), per il decadere dei suoi aspetti ambientali.
Tante sono le osservazioni inviate tramite Pec da privati, associazioni ed enti tra i quali quelle della Diocesi di Urbino. Infatti la località Cottriolo, è a 1300 m dall’oratorio della Santa Margherita della Metola, è ben visibile dalla vicina chiesa di Santo Stefano e dalla torre medioevale della Metola. Non solo, dalle carte depositate gli aeromotori, sono distinguibili da Mercatello, Sant’Angelo in Vado, Peglio, Urbania, Fermignano, Carpegna, Urbino. Si trovano sul sentiero CAI 84, ora 481 (2), che partendo dal Monastero vadese delle Serve di Maria, percorre l’antica strada che raggiungeva la valle tiberina; vi si trovano le caratteristiche rocce verticali chiamate localmente “creste di drago”, segno di stress geologico e di faglie presenti, che il 24 maggio corrente, hanno fatto sentire la loro scossa in zona, con epicentro Borgo Pace (3): siamo in area sismica di seconda classe.
Tutto è stato facilitato per le ditte proponenti; a novembre dello scorso anno sono stati tolti dal decreto energie rinnovabili del 2003, il rispetto dei vincoli storici, ambientali, culturali, paesaggistici (4). Eppure qualcosa va storto; la ditta ha calcolato un funzionamento dell’impianto alla massima potenza per 2700 ore equivalenti, meno di 4 mesi, sbagliando i dati, presi da una delibera della regione Sardegna (5). La convenienza economica è sopra le 2000 ore eq. meno di 3 mesi
A soli 3500 m di distanza, c’è installato un altro campo eolico, nel Monte dei Sospiri comune di Apecchio, che in nove anni di funzionamento, ha raggiunto una media di sole 1817 ore eq., 2,5 mesi, al di sotto della convenienza, così come anche indicato dal bilancio eolico del Gestore dei Servizi Elettrici (6). Sull’appennino non c’è vento, eppure i copiosi contributi ricavati dal rincaro delle nostre bollette, dati sulla potenza installata, non come si dovrebbe, sull’energia prodotta, spingono ditte anche estere, a presentare impianti a catena: sul crinale umbro marchigiano, sono presenti 207 progetti di cui 104 nelle Marche, dai dati della TESS associazione ambientale (7).
Se il committente vuole comunque mettere a rischio le sue risorse, o affidarsi ai possibili contributi erogati per le energie rinnovabili, è libero di poterlo fare, ma non a spese del paesaggio, dell’ambiente, dei vicini, delle abitazioni, che risentono della presenza o si trovano nei pressi della struttura eolica.
Una considerazione va aggiunta: la mancanza da parte degli uffici, della comunicazione di avvio del procedimento ad altri interessati, quali gli espropriandi, i vicini, i dirimpettai (8). Ciò è difforme da quanto afferma il Ministero dell’Ambiente, sul suo sito a proposito della convenzione di Aarhus, che conferma la partecipazione, l’accesso alle informazioni ambientali, alla giustizia amministrativa facilitata. La partecipazione è parte integrante dell’ampia sfera dei diritti umani (9).
Inoltre
ci sono campi vergini pieni di fiordalisi, a valle scomparsi per i
pesticidi, innumerevoli stazioni di orchidee, anche la rara orchidea
adriatica e tutte protette dal CITES
come risulta dal Ministero (10) stesso, le sorgenti del Candigliano messe
a rischio dal cavidotto che raggiungerà la Centrale
dei Laghi, c’è la Foresta Demaniale Regionale di Monte Cerrone,
con la notevole presenza
faunistica, tutte bellezze
da non intaccare, ma da
ammirare e contemplare, per magnificare l'incanto del Creato.
Per visualizzare la documentazione ecco il link del MASE:
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