giovedì 2 agosto 2018

Parco Catria Nerone Alpe della Luna: sì, no, boh!

 Parco Catria Nerone Alpe della Luna: sì, no, boh!
Questo dito puntato contro, a tutti i costi non mi piace, mi disturba, così come non mi piace affermazione del tipo "qui comandiamo noi"; anche se a dire il vero, le comunità dell'entroterra hanno dato molto; si pensi solo all'acqua, senza avere i giusti servizi. Basta vedere quanto tempo si è sprecato per l'avvio dei lavori sulla ss. 73 bis che collega la valle del Metauro con quella tiberina: un danno all'entroterra, che cozza con le inaugurazioni delle ciclabili costiere. 
Premetto che non amo entrare in diatribe assolutistiche, ma vorrei poter dare una opinione. Ritengo che l'errore più grosso nella auspicabile realizzazione del parco del Catria Nerone Alpe della Luna,  sia stato proprio quello di non aver coinvolto la gente del posto. Da difensore dei portatori di interesse, devo dire che non si fa una proposta di trasformazione territoriale senza coinvolgere i cittadini (1). Il Piano Regolatore Generale delle nostre rispettive cittadine, insegna che, a norma di legge, qualsiasi intervento per una sua modifica, debba essere condiviso con gli abitanti.
Non mi va però, di sentirmi dire "ambientalista di costa" come se ad indicare un doppio spregio: l'essere interessato all'ecologia, alla difesa dell'ambiente e essere abitante delle zone più snob. Vorrei rispondere come ho fatto, in merito alla questione  del pozzo profondo della Val di Meti discussa nel teatro di Apecchio, ad un signore il quale rimproverava proprio "questi ambientalisti di Pesaro e Fano".
Intanto gli ecologisti ci sono anche nell'entroterra; io sono di Sant'Angelo in Vado, ma tanti miei amici ambientalisti sono di Apecchio, Cagli, San Lorenzo in Campo, Fermignano, Carpegna, Urbania, Urbino; ho iniziato la mia attività col WWF fin dal 1979, partecipando alle varie attività proposte, fino ad arrivare a responsabilità regionali nell'associazione.
Si sono dimenticate le mie affermazioni, quando per l'assemblea dell'eolico nello stesso teatro, riportavo che le compensazioni per le en. rinnovabili, non erano ammesse. 
Eppure qualche mese fa la ditta dell'impianto di monte dei Sospiri si è rifiutata, giustamente di erogarle, lasciando il comune senza i previsti introiti ed un paesaggio profondamente marcato dagli aeromotori. 4 impianti eolici erano proposti ad Apecchio oltre quello realizzato. Un altro campo eolico fu proposto sul Paganuccio; molto abbiamo lottato noi ambientalisti, fino ad arrivare ad una riunione pubblica a Cagli, unica realizzata dalla regione in base alla legge sulla Valutazione Impatto Ambientale (2). Ricordo il mio primo intervento da GEV, ad Apecchio per l'acqua del pozzo dell'acquedotto comunale inquinata dalla trielina (3). 
Potrei continuare, ma sosterrei ancora quel dito puntato che proprio non mi piace. Credo che le risorse del nostro entroterra siano proprio quelle che la natura sa offrirci, ma non possiamo ergere muri sostenedo la nostra autonomia; d'altra parte i nostri rifiuti finiscono nelle tre discariche provinciali. Queste bellezze naturali dobbiamo essere capaci di rivalutarle con l'aiuto di tutti, anche quelli della costa, perchè da soli non ci riusciremmo; rivalutarle non svenderle; le dobbiamo apprezzare e cercare di farle apprezzare a chi non le considera o le tratta con superficialita' o solo come profitto. Aggressioni ai nostri boschi come sono avvenute a Bocca Trabaria o al rimboschimento della diocesi ad Apecchio per trasformarlo in pellets, non possono essere ammesse con la velocita' che oggi hanno avuto. Non possiamo svendere i nostri sentieri per motocavalcate (4) che, non rispettano tutto l'iter autorizzativo, i vincoli della sentieristica e alla pari di quanto da me già affermato all'inizio, la compartecipazione anche degli ambientalisti nelle autorizzazioni. In questa idea di parco si vuole mettere insieme le nostre bellezze naturalistiche in un unicum che possa avere un peso diverso anche di fronte a una più ampia comunità.
Ho letto di vincoli, come nelle SIC e ZPS (5), richieste da una normativa europea, dove semplicemente si chiede una valutazione di incidenza che è così banale per ottenerla che anche gli appostamenti fissi di caccia se la procurano. Guardate pure la riserva naturale del Furlo quale limiti ha dato: la chiusura della pista forestale interna tra Acqualagna e Fermignano per qualche mese per evitare disturbo alle aquile lì nidificanti. Già si conoscono i nomi dei presidenti quasi che fossimo preveggenti, con tantissime varianti furture, ma non si conoscono magari le caratteristiche, le particolarità, le bellezze dei luoghi che abitiamo.

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